Dopo la bufera, era stato trasferito per sicurezza in una sezione protetta del carcere di Ferrara, ed era in cèlla da solo. Sul suo comodino è stata trovata una boccetta che all’apparenza sembra olio, ma cosa ci fosse dentro ancora non lo sanno. E’ probabile che nel tempo si fosse messo da parte le medicine che prendeva per i suoi disturbi. Nella lettera al legale, l’uomo appare sconcertato dalla tempesta mediatica. “Non capisco questo polverone dopo due anni dal delitto – scrive – e dopo quattro mesi dall’Appello. Ha visto la televisione e letto i giornali dove si parla di lui”. Dopo il clamore suscitato dalla motivazione della sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Bologna con cui i giudici gli dimezzavano la pena, parlando di “una soverchiante tempesta emotiva e passionale”, Castaldo ha deciso che era venuto il momento di fare quello a cui pensava da molto tempo: “raggiungere Olga”.
“Provo una grande tristezza – dice l’avvocato Castiglioni – negli ultimi tempi cerano momenti in cui ragionava in prospettiva e sembrava avere una speranza per il futuro. Altri in cui era depresso e disperato, e parlava di farla finita. ‘Troverò il modo’, mi diceva. Credo che Castaldo sia una persona con grosse problematiche, e forse bisogna pensare ai giudizi che si danno. Quello che è accaduto negli ultimi giorni può essere stato per lui il colpo di grazia”.