Pensioni, allarme Quota 100 settore sanità “Rischio scompensi di personale”


La misura pensionistica quota 100 è stata sin dall’inizio oggetto di critiche e polemiche che distanza di tante settimane non si sono placate. Proprio negli ultimi giorni, sembra che si parli di quota 100 come una misura che potrebbe andare a creare degli scompensi piuttosto seri nel personale appartenente al settore della sanità pubblica come ospedali e pronto soccorso. Sembrano essere davvero tanti i medici, infermieri, operatori sanitari che hanno deciso di usufruire di quota 100 lasciando prima del previsto il lavoro. Per questo l’allarme che è stato lanciato dalla federazione delle aziende ospedalieri che facendo un conto riguardante periodo gennaio-marzo, ha visto come siano stati tanti i medici, infermieri, operatori sanitari a decidere di approfittare della misura e lasciare il lavoro anticipatamente.


I pensionamenti al mese di maggio 2019 grazie a quota 100 sono stati circa 5.325 ed in percentuali si parla del 30% di quelli complessivi . Secondo un’indagine che è stata condotta dalla stessa federazione su circa il 50% delle aziende sanitarie pubbliche è emerso un significativo aumento dei prepensionamenti soprattutto tra gli amministrativi dove si parla del 33% in più degli operatori socio sanitari, con un aumento del 26% di infermieri, del 20% con una adesione a quota 100 da parte dei medici in aumento del 16%.

A parlare in queste ore è stato il presidente Francesco Ripa de Meana, il quale ha dichiarato: “Quota 100 rischia di far aumentare del 24% i pensionamenti anticipati del personale sanitario accentuando le criticità già esistenti e mettendo in discussione l’offerta assistenziale, al punto da porre le aziende sanitarie nella condizione di dover individuare soluzioni per scongiurare l’interruzione di pubblico servizio”. Lo stesso ha riferito poi che a fronte di questa situazione la Federazione ha presentato una serie di proposte. Ripa di Meana ha aggiunto anche che nel più breve tempo possibile, ritengono necessario che venga effettuato l’aggiornamento di un percorso di specializzazione dando alle Aziende Sanitarie la possibilità di poter stipulare dei contratti rispetto a quelli che sono stati già annualmente banditi dalle università.

“In secondo luogo, in caso di oggettiva impossibilità a garantire i servizi, abbiamo proposto la stipula di incarichi libero-professionali per i periodo strettamente necessario, ricorrendo a medici in quiescenza o abilitati alla professione anche se non ancora specializzati”, ha aggiunto ancora. Ricordiamo che Quota 100 è quella misura che da la possibilità di poter uscire da mondo del lavoro anticipatamente, una volta compiuti 62 anni di età e maturato 38 anni di contributi.


Lascia un commento

Exit mobile version