Pensioni ultime notizie: decreto Quota 100 e reddito di cittadinanza, arrivano i primi imbrogli


Il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e tante informazioni sono state diffuse su quota 100 e reddito di cittadinanza. Ad ogni modo, il decreto pensioni non contiene soltanto queste misure, ma anche la proroga di opzione donna e ape sociale, di cui tanto ne parlano anche con il messaggio pubblicato lo scorso 29 gennaio.


E’ l’ articolo 18 del decreto legislativo 4/2019 ad Estendere la validità delle disposizioni in tema di Ape sociale previsto dalla legge 232 del 2016 Fino al prossimo 31 dicembre 2019. A partire dal 29 gennaio, dunque, dalle entrate di entrata in vigore del provvedimento sarà possibile presentare la domanda all’INPS direttamente per poter vedere e riconoscere il diritto ad usufruire dell’ anticipo pensionistico per tutti coloro che avranno maturato nel corso del 2019 le condizioni previste, ma anche per coloro i quali nonostante siano in possesso dei requisiti già negli anni precedenti, non hanno potuto fino ad ora avvalersene.

Un discorso a parte viene fatto per il personale della scuola e così come ha segnalato la CISL scuola, per poter cessare il servizio bisognerà rivolgersi al Miur con un’apposita istanza che dovrà essere presentata però soltanto dopo che si è ricevuto dall’INPS la comunicazione dell’avvenuto riconoscimento del diritto di accesso alla misura ovvero l’Ape sociale.

A comunicare le modalità ed anche la tempistica delle domande di cessazione dal servizio sarà direttamente il Miur, in attesa della circolare della prossima emanazione con la quale poi verranno riaperti i termini per poter presentare le domande di cessazione, alla luce di quelle che sono le novità che sono state introdotte dal tanto atteso decreto. Ma quali sono i requisiti per poter vedere riconosciuto il diritto alle indennità e al trattamento pensionistico?

IMBROGLI PER L’ASSEGNO Sul reddito di cittadinanza già si bara

  Arriva il reddito di cittadinanza, ormai ci siamo. E il Paese è in subbuglio. I centri per l’impiego, uffici dove si può inoltrare l’agognata domanda di ottenimento, sono letteralmente presi d’assalto: tutti a chiedere, informarsi, calcolare. Ma anche altri uffici pubblici come le anagrafi, che vivono settimane di super lavoro per via di cambi di residenza aumentati esponenzialmente. O i Tribunali civili, che han visto improvvisamente esplodere le richieste di separazioni e divorzi. Motivo? Cercare di mettersi nelle condizioni di incassare l’assegno, a costo di fare carte false. E dunque, cambiar casa e luogo può abbassare il reddito dichiarato. Così come da soli si risulta certo più poveri che in coppia. Solo sospetti? Mica tanto. Il caso siciliano, emerso giusto un paio di giorni fa, è emblematico: un consigliere comunale del Pd di Monreale, Sandro Russo, impiegato in un Caf di Palermo, è finito nei guai perché pizzicato a dispensare consigli su come ottenere il reddito di cittadinanza presentando documenti farlocchi.

CENTRI SOTTO ASSEDIO Ma andiamo con ordine. Dicevamo dei centri per l’impiego assediati. Segnalazioni in questo senso arrivano da tutto il Sud,ma anche da Bologna, Padova, Milano Torino. A Napoli, addirittura, «l’assembramento davanti agli uffici è tale che di fronte a quegli uffici è cresciuto in numero dei parcheggiatori abusivi», ha denunciato il consigliere regionale Francesco Borrelli. In Campania, infatti, si stima che le famiglie che possano vantare diritti per ottenere il contributo siano 290mila.

A Torino, d’altro canto, la questura ha deciso di lasciare di fronte ai centri in questione presidi fissi di poliziotti, perché le code sono lunghe e i nervi a fior di pelle. Altra situazione difficile a Pisa, doveGiacomoMartelli, presidente del patronato Acli, dichiara che «i centralini del nostro ufficio sono andati in tilt, appena è passata la legge abbiamo ricevuto seimila telefonate». Seimila, e solo a Pisa: figuriamoci. Peraltro, allo stato attuale le risposte degli addetti ai lavori non possono essere che piuttosto vaghe, perlomeno in ordine a tempie modalità. Ma, in linea generale, i criteri sono noti. E, come detto, sono molti che cercano di “aggiustare” la propria situazione per rientrare nei criteri di assegnazione. Prendiamo il caso di Bari: le richieste di cambi di residenza sono esplose negli ultimi mesi. Si è passati dalle 282 domande inoltrate nel novembre 2017 alle 448 nello stesso mese del 2018, e anche a gennaio il trend si è confermato. «Effettuiamo regolarmente i controlli – ha spiegato l’assessore barese ai Servizi anagrafici, Angelo Tomasicchio -, gli eventuali furbetti saranno individuati. Se le persone vogliono accedere al reddito di cittadinanza con questo escamotage i controlli dovranno essere intensificati. E non solo quelli sul cambio di residenza, anche quelli relativi ai conti correnti, ma ciò deve essere fatto dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza ».

Dunque non è solo un’impressione. Una recente ricerca del Sole 24Ore ha evidenziato come siano gli stessi Caf a denunciare anomalie nelle richieste, tra cui finti divorzi e cambi di residenza sospetti. D’altronde, la separazione dei coniugi permette di accedere alla soglia Isee inferiore ai 9.360 euro, e dunque di accedere al reddito. Molti figli vanno a vivere da soli proprio per ottenere l’assegno. A Savona su 60mila abitanti, ben 1.839 hanno chiesto il cambio di residenza, anche se il sindaco Ilaria Caprioglio precisa che «sull’anno il trend in discesa». E perplessità sui cambi di indirizzo le solleva esplicitamente Christian Giordano, sindaco di Villanova, in provincia di Asti: «Anche di recente – racconta – una famiglia che vive nel mio Comune ha chiesto la separazione della residenza in un modo anomalo.Consultandomi con un funzionario di un-altra città, questi mi ha fatto presente che soltanto il giorno precedente quattro famiglie avevano chiesto la separazione del nucleo, stabilendo un luogo di residenza diverso per coniuge».

NODO CONTROLLI La faccenda non è di semplice soluzione. «Come si fa a controllare? – si chiede Sandro Sarno, che lavora al Comune di Roma – Dovremmo mettere un vigile a pedinare chi fa richiesta di cambio di residenza, ma nessun Comune può permetterselo ». E poi chi è residente in un luogo non necessariamente deve starci365 giorni l’anno. Così alcuni Comuni italiani hanno deciso di segnalare i cambi sospetti alla Guardia di Finanza. «Sono già arrivate le prime – ci spiegano dal comando generale – per ora si tratta di alcune centinaia di casi, ma ci vorrà del tempo per capire se esistono dei nessi con la richiesta di reddito». E le Fiamme Gialle fanno un paio di esempi: c’è il facoltoso agricoltore pugliese chesi separa dalla moglie nullatenente e senza figli che così può chiedere il reddito, ma c’è anche il rom senza lavoro con moglie disoccupata e quattro figli piccoli, ma con la disponibilità di auto di lusso intestate a prestanome e che vive in una villa non di sua proprietà poco fuori Roma. Dunque, da una parte gli uffici al collasso, dall’altra la difficoltà di verificare la correttezza di pratiche sospette. E se a Napoli l’assessore regionale al Lavoro Sonia Palmeri mette le mani avanti – «Questo genere di controlli non spetta a noi, in ogni caso siamo a corto di personale per far fronte alle richieste » – al Tribunale di Roma da ottobre le richieste di separazioni (naturalmente consensuali) e iscritte a ruolo sono cresciute di un buon15%. Stesso dato aTorino, Milano e Bologna, e non pare sia solo per incompatibilità di carattere tra coniugi. L’avvocato matrimonialista Marco Pintus spiega: «Oggi per avviare le pratiche di separazione si può fare a meno del legale, è sufficiente che i coniugi siano d’accordo tra loro. Controllare è impossibile». Andiamo bene.


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