Riforma pensioni, possibile uscita fino a 3 anni prima di Quota 100


Questo articolo in breve

Le ultime novità in tema di pensioni ad oggi, si concentrano sul tanto atteso decreto che chiarirà sicuramente molto su quota 100 e quindi su chi potrà beneficiarne e per quanto tempo. Stando a quanto riferito, nelle ultime bozze del provvedimento si parlerà anche dei fondi di solidarietà bilaterali di settore, i quali dovrebbero consentire il turnover generazionale tanto auspicato dal governo e che andrebbe a garantire l’uscita anticipata anche fino a 3 anni prima rispetto al raggiungimento di quelli che sono i requisiti necessari per poter uscire con Quota 100. Vediamo però nello specifico di cosa si tratta. Questi fondi di cui abbiamo appena parlato sono considerati una sorta di scivolo per poter raggiungere la pensione e saranno usufruibili da coloro che hanno maturato 35 anni di contributi ed hanno compiuto 59 anni di età. Questi fondi, inoltre, si baseranno su alcuni finanziamenti delle aziende interessate alla Staffetta generazionale.


Va detto che queste aziende potranno erogare un assegno previdenziale nei confronti di tutti quei lavoratori a cui mancano non più di 3 anni per raggiungere la tanto famosa quota 100, ma la condizione necessaria è che questo avvenga con accordi sindacali che prevedono l’obbligo di assunzione del lavoratore in sostituzione di quelli che usciranno con Quota 100.

Nel caso in cui questa misura venisse attuata, andrebbe in qualche modo a ricordare l’isopensione, ovvero quella possibilità per le aziende di poter mandare in pensione i lavoratori anche ben 7 anni prima dei requisiti previsti dall’attuale legge Fornero. Ricordiamo però che ad oggi, questa misura dell’isopensione non è stata utilizzata da grandi gruppi perché il costo dell’assegno sarebbe interamente a carico delle aziende. A differenza di questo, il Fondo di Solidarietà bilaterale potrebbe comunque in qualche modo interessare di più perché sarebbe definito sulla base di accordi sindacali, con un costo delle imprese che sarebbe deducibile dal punto di vista fiscale e quindi anche più abbordabile rispetto a quello dell’isopensione.

Al momento ci sarebbero anche delle agevolazioni nonché dei prestiti agevolati per tutti i datori di lavoro che decideranno di assumere in sostituzione a quanti usciranno con quota 100 normale. Quindi diciamo che il governo sta cercando in tutti i modi di prevenire che questa misura possa risultare un flop, puntando su quelli che sono invece gli incentivi legati all’assunzione e che possano garantire questo turnover generazionale all’interno delle aziende, non andando però a gravare sulle casse dello Stato. Non resta che attendere, dunque, questo decreto attuativo che arriverà al massimo il 14 gennaio.


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