C’è tensione tra Charlène Wittstock e Carolina di Monaco. Proprio come accade in Gran Bretagna tra Meghan Markle – che ha sposato Harry – e il cognato William, che non la vede di buon occhio. Anche le cognate monegasche sembrano essersi allontanate e la frattura difficilmente si potrà ricomporre.
Non è sempre stato così: all’inizio della storia con Alberto, Charlène guardava al Principato con gioia e si godeva il calore della famiglia Grimaldi. Con la sorella maggiore del marito, l’influente Carolina, i rapporti erano buoni. Oggi, invece, tutto è cambiato. A partire dall’atteggiamento di Charlène: i sorrisi sono diventati tirati fino a essere sostituiti da musi lunghi tutt’altro che principeschi. Carolina non ha apprezzato e ha cominciato a lanciare sguardi di fuoco alla cognata anche durante gli eventi pubblici.
Una tensione che, secondo la giornalista, scrittrice ed esperta di reali Luisa Ciuni, può avere due spiegazioni. La prima è legata ai rispettivi ruoli all’interno del Principato. «Carolina aveva solo 25 anni quando è morta la madre Grace Kelly e, insieme ai due fratelli più piccoli, si è dovuta far carico di tutti i doveri e gli impegni che erano della mamma», spiega. «Per anni Carolina
ha interpretato la parte della donna più potente di Monaco, fino a quando Alberto si è sposato.
Quel giorno parte del suo lavoro è stato trasferito a Charlène. Questo sicuramente non l’ha entusiasmata». La seconda spiegazione, invece, è caratteriale: le due donne hanno un rapporto del tutto diverso con la vita, privata e pubblica. «La moglie di Alberto non è tagliata per la mondanità e lo dimostra», continua la Ciuni. «Quando appare in pubblico, lo a perché deve e senza entusiasmo. E si nota sempre di più. Preferisce trascorrere il tempo coi figli e fare la madre, piuttosto che la principessa». Non si può dire la stessa cosa di Carolina, che ha messo il Principato sempre davanti a tutto.
Anche quando, con tre figli da allevare, si è ritrovata vedova di Stefano Casiraghi, morto in un incidente in motoscafo. Insomma, le due sono troppo diverse per poter andare d’accordo.
