L’Eredità, la Rai sospende il programma: l’appello triste e rammaricato di Flavio Insinna sui social


In questi giorni di grande emergenza sanitaria dovuta al coronavirus sono state stravolte non soltanto le nostre abitudini ma un po’ la vita di tutti in generale. Ad essere stati stravolti sono anche i Palinsesti Rai e Mediaset, visto che le aziende sono state costrette a chiudere alcune trasmissioni per mancanza di personale e in alcuni casi delle pubblico.


In RAI ad esempio sono stati sospesi programmi come Vieni da me condotto da Caterina Balivo e La Corrida condotta da Carlo Conti e adesso pare che anche L’eredità abbia subito queste conseguenze. Fino alla scorsa domenica sono andate in onda le registrazioni inedite, ma a partire da ieri 23 Marzo 2020 il quiz condotto da Flavio Insinna sta proponendo alcune repliche. A fare questo annuncio è stato lo stesso attore romano che ha pubblicato un messaggio sui propri social network, dove è apparso comunque piuttosto triste e rammaricato.

Emergenza Coronavirus, la Rai chiude L’Eredità

Come abbiamo già avuto modo di anticipare, la RAI si è trovata costretta a sospendere un altro programma di grande successo e in onda tutti i giorni a partire dalle ore 18:45 circa. Stiamo parlando del programma L’Eredità condotto da Flavio Insinna. Sembra che la trasmissione sia stata sospesa per via di questa emergenza sanitaria da coronavirus e l’annuncio è stato dato dallo stesso conduttore attraverso il canale Twitter di Rai 1 lanciando così un appello a tutti i suoi telespettatori più fedeli e affezionati. Il conduttore avrebbe detto che a partire dallo scorso lunedì sera il Game Show andrà in onda con delle repliche.

Poi Insinna ha colto l’occasione per consigliare a tutti di rimanere a casa e di farsi compagnia con le repliche del programma da lui condotto Fino a che la situazione non si normalizzerà e potremmo tutti finalmente tornare alla nostra vita di tutti i giorni. Poi anche in questa occasione ha voluto mandare a tutti i suoi fan un abbraccio ed in particolar modo a tutte le persone che al momento stanno soffrendo. Poi sempre questo con questo appello il conduttore voluto ringraziare tutte le persone che ad oggi comunque continuano a lavorare per l’intera collettività ed in primo luogo i medici, infermieri e tutti gli operatori socio sanitari. “Grazie ancora una volta con tutto il cuore. Noi possiamo aiutarvi come? Stando a casa”, queste le sue parole.

L’appello di Flavio Insinna

Prima dei saluti poi Flavio Insinna ha voluto sottolineare ancora una volta quanto sia importante per l’intero paese che ciascuno di noi rimanga nella propria abitazione. Infine poi il conduttore de L’eredità ha fatto riferimento al gioco all’interno della trasmissione di Rai 1, dicendo: “Da questa sera la parola del La Ghigliottina comunque vada la puntata sarà sempre ‘casa’. Stiamo a casa. Grazie buona serata vi vogliamo bene”.

Flavio Insinna è il regalo per le nostre lettrici. Incontrarlo e parlare con lui è un vero piacere, non solo per la sua disponibilità e simpatia , ma soprattutto per la grande umanità e trasparenza che lo contraddistinguono. Di questo se ne sono accorti tutti i suoi fans che in questi anni lo hanno seguito e supportato. Un uomo fantastico, straordinariamente ricco di sorprese e molto molto bello. Sì, proprio l’uomo che ogni mamma sogna per le sue figlie… ma che anche le figlie sognano di incontrare sul pianerottolo di casa. A voi, Flavio Insinna.

Per te il lavoro è più un divertimento o una sfida? Io credo che prima di ogni cosa venga la sfida, se la sfida riesci a vincerla subentra anche il divertimento. Divertirsi non è una garanzia di risultato ma è piuttosto una grande partenza. Lo ripeto sempre: se ti diverti comunichi l’entusiasmo sincero. Ti confido che la parola sfida mi piace molto e infatti ho accettato nuovamente la conduzione di Affari Tuoi. Ci tengo a precisare che non sono ritornato, non mi piace usare questa parola. Per me è sempre un debutto. Parliamo di amore… ad esempio l’amore per il cinema, per il teatro e per televisione.

Ma il tuo primo amore qual è stato? Non esiste un primo amore. Per me il primo amore è avere la possibilità di raccontare una storia bella. Il contenitore ti assicuro diventa secondario. Se la storia è brutta e non comunica nulla, è brutta sia al teatro che al cinema. Il primo amore rimane quello che mi hanno fatto amare i miei genitori quando mi portavano a vedere l’opera, i fantastici film al cinema o i grandi spettacoli teatrali. Piano piano e inconsciamente ho ascoltato e fatto mie delle storie bellissime. L’unica cosa che cambia, in questa storia d’amore, è il “posto” che fa sostanzialmente la differenza. Raccontarsi sul palcoscenico di un teatro, ad esempio, è meraviglioso. C’è il pubblico che ti guarda, ti ascolta e ti osserva; lì devi cavalcare l’errore e farlo diventare un valore aggiunto. E anche sul palcoscenico non ho mai pensato di essere io a fare la differenza, la differenza la fa la storia che io propongo. Il tuo nome viene accostato sempre più spesso a quello di Alberto Sordi.

Puoi considerarti il suo erede? No, assolutamente no. Anzi ti dirò, quando lo leggo mi viene da ridere. So quello che posso valere ma so anche quello che non valgo. Alberto Sordi non è replicabile: si può studiare, guardare e apprendere la sua lezione ma, se provi a replicarlo, ne rimani schiacciato. Sordi quando stava in scena non si amava. Non stava lì a compiacersi, lui stava lì a pensare alla cosa più giusta da fare. Un esempio della sua grandezza ce lo dà ne La grande guerra dove lui lascia tutta la scena a Vittorio Gasmann ma, quando appare, ci colpisce in modo folgorante. Le mamme ti adorano, saresti il genero perfetto.

Ma qual è il tuo rapporto con i sentimenti? Quando sono riuscito ad amare e quando sono stato amato, la vita era molto più semplice. Mi piace pensare all’amore dove c’è la serenità, dove ci si protegge reciprocamente. Sei sereno? Oggi sono straordinariamente sereno. Vivo tutto come una sfida, amo fortemente la fiducia di chi mi dà grandi possibilità. Oggi come oggi non voglio pensare a me. Oggi penso alla Rai e alla dirigenza Endemol che mi hanno rivoluto in un orario delicatissimo del palinsesto Rai.

Qual è il tuo rapporto con la fede? La fede la paragono ad una pianta e come tutte le piante va annaffiata; la fede va coltivata, va difesa e vanno accettati tutti i periodi in cui ti senti meno forte. Dio non ci abbandona mai, siamo noi che scappiamo dal suo abbraccio. Siamo sempre straordinariamente amati ma, anche quello, è un amore che dobbiamo guadagnarci. Nella vita niente si alimenta da solo, è importante spostare la prospettiva, siamo sempre molto bravi ad entrare in chiesa e a chiedere. Difficilmente entriamo in chiesa, ci sediamo e proviamo a capire cosa vuole Dio da noi.

Secondo te, dopo la morte cosa c’è? Dopo la morte sono convinto che ci ritroveremo con le persone che abbiamo amato. Sono sicuro che la vita sia solo un passaggio, dall’altra parte ci sarà sempre qualcuno pronto ad amarci. Se sono amori forti, così come l’amore che c’era tra me e mio padre, sono sicuro che non è un amore senza fine. Sicuramente con la morte io non l’ho perso anzi, sono ancora più legato a lui; lui è presente durante tutta la mia giornata, parlo con lui e cerco di ascoltare quello che lui vuole dirmi. Nella mia quotidianità cerco di percorrere la sua stessa strada, una strada fatta di correttezza, di onestà e di serietà. Inoltre cerco di non tradire mai i suoi insegnamenti che sono stati sempre chiari e fondamentali: immutabili nel tempo.

Come lo immagini il tuo futuro? Cerco di modellarlo nei limiti del possibile e delle mie capacità. Lo immagino sempre più sereno e sempre più leggero. Attenzione però, la leggerezza per me non significa superficialità. Sai, ho vissuto anni pesanti anche se sto cercando di sbrogliare il mio carattere, sto cercando di diventare “leggero”. Il mio senso del dovere sarà sempre massimo ma cercherò di vivere non rompendo le scatole agli altri e cercando di non farmele rompere. Nel caso di Affari tuoi… solo aprendole.


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