Mascherine prodotte con stampanti in 3D sono utili?


Sono davvero tante le domande che gli italiani si pongono in questi ultimi giorni. Sono altrettanto molte le notizie che stanno circolando invece in questi giorni riguardo questa emergenza coronavirus. Nello specifico sembra che in molti si chiedono quale tipo di mascherina sia più affidabile per poter impedire la diffusione del virus. E soprattutto ci si chiede se queste vanno utilizzate sempre o comunque soltanto in caso di contatto conclamato. C’è chi dice che ad esempio le mascherine vanno indossate soltanto nel momento in cui ci si è resi conto dell’ effettiva positività al tampone e per evitare di contagiare gli altri. Altri invece dicono che è queste vanno indossate sempre e comunque.


Mascherine introvabili sul mercato, come produrle con stampante in 3D?

Una cosa è certo che le mascherine così come il gel disinfettante, sono al giorno d’oggi introvabili. Cosa fare dunque? Molti si sono chiesti se è possibile produrre da soli e secondo alcuni la risposta sarebbe sì. Ma come? Grazie alle stampanti in 3D. La conferma è arrivata da un’azienda di Reggio Emilia la quale ha raccontato di produrre delle mascherine, utilizzando questo metodo. L’azienda in questione è la 3D Line che si occupa proprio delle moderne stampe tridimensionali e anche delle tecnologie correlate. “Abbiamo realizzato un file di progetto che abbiamo messo in rete, sul nostro sito Facebook e su Youtube, condividendolo così sui social”. Hanno dichiarato i fratelli Andrea e Simone Gaddi.

Le raccomandazioni dei Fratelli Gaddi

I due hanno fatto un vero e proprio tutorial che spiega come poter costruire questa mascherina con le stampanti in 3D a partire dalle guarnizioni in silicone per arrivare alla base e anche agli elastici. I fratelli Gaddi, però sottolineano anche: “La maschera però non deve essere utilizzata come presidio medico chirurgico, ma solo in caso di emergenza quando non si hanno altri sistemi”.

Questo perché non si tratta di mascherine certificate, ma sono prodotte soltanto per cercare di aiutare chi in questo momento ne ha di bisogno ma non può trovarle sul mercato.”I materiali che possono essere utilizzati sono Pla (bioplastica) o l’Abs (un polimero termoplastico).  Ma si possono utilizzare anche la carta da forno e i filtri ‘hepa’. Ma il popolo social rispetto al nostro ‘attacco’ standard di base, sta proponendo diverse soluzioni: dai filtri contro i carboni attivi fino a quello delle comuni aspirapolveri”.


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