8 nuove regioni in zona rossa da lunedì 15 marzo


Mentre si valuta una nuova stretta con lockdown nel weekend e super zona rossa nazionale, già si fanno ipotesi sulle regioni che cambieranno colore dalla prossima settimana. Il nuovo report dell’Istituto superiore della sanità e del Ministero della Salute esce venerdì 12 marzo, e in base ai dati si delineerà la nuova suddivisione dell’Italia in fascia rossa, arancione, gialla e bianca. L’ordinanza di Speranza avrà i suoi effetti a partire da lunedì 15. Ecco cosa potrebbe cambiare.


Attualmente l’Italia è colorata quasi totalmente di arancione: in zona gialla troviamo solo 6 regioni (Lazio, Liguria, Valle D’Aosta, Puglia, Calabria e Sicilia), in zona bianca solo la Sardegna, mentre 3 regioni (Campania, Molise e Basilicata) sono rosse. Stando ai numeri attuali e alle prossime mosse al vaglio del Governo, la maggior parte delle regioni finirà in zona rossa o arancione dalla prossima settimana.

Se il Governo recepirà le indicazioni del Cts, che chiede lo scatto automatico della zona rossa nei territori con 250 casi ogni 100mila abitanti, almeno 4 regioni cambieranno il loro status da lunedì: LombardiaMarche ed Emilia Romagna hanno superato la soglia indicata, così come anche la Provincia di Bolzano, arancione ma già in lockdown fino al 14 marzo, mentre Toscana e Abruzzo ci si avvicinano molto. Questa l’incidenza settimanale secondo l’ultimo monitoraggio settimanale Iss:

  • Abruzzo 245,92
  • Basilicata 143,51
  • Calabria 62,56
  • Campania 228,29
  • Emilia Romagna 342,08
  • Friuli Venezia Giulia 177,25
  • Lazio 151,80
  • Liguria 149,26
  • Lombardia 254,44
  • Marche 265,16
  • Molise 193,00
  • Piemonte 191,06
  • Provincia autonoma di Bolzano 376,99
  • Puglia 169,73
  • Sardegna 27,34
  • Sicilia 68,14
  • Toscana 204,33
  • Umbria 192,26
  • Valle d’Aosta 60,78
  • Veneto 151,30

Il Piemonte già si vede in fascia rossa da lunedì: “È molto probabile. Il rischio zona rossa è concreto”, ha detto l’assessore alla Sanità regionale Luigi Icardi, facendo presente che la regione si avvicina ai 250 casi ogni 100mila abitanti, che è la soglia che fa scattare le misure più restrittive. Anche l’Emilia Romagna, dove le terapie intensive occupate sono al di sopra della soglia limite del 30%, va verso la zona rossa. “La zona arancione non basta più”, ha detto il presidente Stefano Bonaccini. E nei fatti la regione si sta già tingendo sempre più di rosso: a Bologna e Modena si sono unite Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Fino al 21 marzo, in aggiunta alle restrizioni della zona arancione scuro, è disposta la chiusura di nidi e materne, didattica a distanza al 100% per tutte le scuole e l’Università, e la chiusura di tutte le attività commerciali tranne quelle essenziali.

Occhi puntati anche sull’arancione Abruzzo, con decine di Comuni in zona rossa nelle province di Pescara, Chieti e L’Aquila; sul Friuli Venezia Giulia (“la zona arancione non ci fa stare tranquilli”, ha detto il governatore Fedriga), Lombardia e Veneto. Qui il Cts ha proposto la creazione di 3 zone rosse a Venezia, Padova e Treviso, decisione contro cui si è opposto Luca Zaia, contrario alla divisione in due della regione. Passaggio in zona rossa dato per scontato anche nelle Marche: dopo Ancona e Macerata, dal 10 marzo entrano nella fascia di rischio più alto anche le province di Pesaro Urbino e Fermo. Resta in arancione solo Ascoli Piceno.

“Bisogna aspettare i dati del Cts e poi si faranno le valutazioni del caso”, ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana in merito al possibile declassamento in fascia rossa. “Non abbiamo evidenza su Lombardia in zona rossa”, ha detto l’assessore al welfare Letizia Moratti, ma con l’incidenza sopra i 250 casi ogni 100mila abitanti e la zona arancione scuro per tutta la provincia di Milano, Como, Mantova, Brescia e alcuni centri del Cremonese e della Bergamasca, il passo verso la zona rossa per la Lombardia appare molto breve. Lazio, invece, verso la zona arancione.


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