Alec Baldwin è sotto shock


Questo articolo in breve

Quando maneggi Hollywood e il cinema americano viene sempre voglia di non prendere nulla troppo sul serio. Poi ti accorgi che un set cinematografico può riservare rischi, incidenti, tragedie del tutto imprevedibili e da regno della fantasia trasformarsi nella più cruda e drammatica delle realtà.


La dinamica con cui l’attore Alec Baldwin ha sparato e colpito a morte la direttrice della fotografia del film che stava girando, Rust, durante le riprese di una scena western, resterà sotto attenta analisi per chissà quanto tempo.

E non manca chi da giorni sta minuziosamente considerando ogni bravata, vera o presunta, di quelle commesse dal divo, come se questo fosse soltanto l’epilogo di una serie, il naturale atto finale di una testa calda che ne combina sempre una.

Di certo e chiaro, come nella migliore tradizione hollywoodiana, c’è ben poco, tranne la morte di Halyna Hutchins, 42 anni, nata in Ucraina, cresciuta in una base militare artica sovietica, un passato da giornalista documentarista e un presente da stella già riconosciuta e acclamata negli Stati Uniti. Anche il povero regista, Joel Souza, 48 anni, è rimasto ferito dalla pistola utilizzata da Baldwin ed è finito in ospedale, ma i guai per lui sembrano essere risolti.

Il problema riguarda tutti gli altri, a partire dall’attore, una celebrità, avvistato in lacrime all’uscita dagli uffici dello sceriffo del New Mexico, a Santa Fe, dove ha voluto recarsi subito dopo l’accaduto per fornire la sua spiegazione. «Non trovo le parole per esprimere il mio choc e la mia tristezza per il tragico incidente in cui ha perso la vita Halyna, moglie, madre e nostra ammirata collega.

Sto collaborando in tutto e per tutto alle indagini della polizia, per capire come si sia potuta verificare una simile tragedia e sono in contatto con suo marito, a cui va tutto il mio sostegno, insieme alla sua famiglia. Il mio cuore è a pezzi per lui, per il loro figlio e per tutti coloro che conoscevano e amavano Halyna». I piani della vicenda, insomma, sono due. Il primo è quello della ricostruzione dei fatti, terribile a dirsi, ma avvincente, vista l’assurdità dell’evento.

In genere, su un set, si usano pistole scariche, che al massimo sparano a salve, ci sono addetti alla sicurezza per evitare che accadano cose spiacevoli e sul set del film di Baldwin c’era addirittura una giovane assistente con il compito di badare alle armi di scena e renderle innocue. Quel giorno, l’aiuto regista avrebbe passato la pistola ad Alec Baldwin, rassicurandolo del fatto che fosse scarica (“cold gun”) e che poteva stare tranquillo.

Lo stesso aiuto regista pare fosse del tutto inconsapevole del fatto che uno o più proiettili erano rimasti in canna. Detto questo, perché l’attore ha sparato rivolto alla direttrice della fotografia? Forse, è la risposta di queste ore, per ragioni di scena e di spettacolo, per enfatizzare lo sparo e perché la direttrice potesse riprendere al meglio l’azione di Alec.

Ma le ricostruzioni si rincorrono da giorni e non placano le curiosità di tutti. Segue il secondo piano del caso: quello umano dei soggetti coinvolti e del giudizio sulle condizioni di lavoro in cui versa il cinema americano. Su quest’ultimo tema pare che la pistola avesse già sparato nei giorni scorsi, che proiettili veri, su quel set, si alternassero a cartucce a salve, manco si giocasse alla roulette russa, al punto che la troupe aveva già protestato contro insicurezza e turni massacranti.

Una faccenda, tra l’altro, che investe in pieno lo stesso Baldwin, tra i produttori del film Rust, un western in cui Alec interpretava il nonno di un ragazzino in fuga, dopo la condanna a morte per un delitto mai commesso.

Il che riporta alla questione tutta umana di un divo come Baldwin, 63 anni compiuti e da decenni al centro di gossip e discussioni: con la moglie Kim Basinger finì dopo nove anni tra risse e insulti, la figlia della coppia, Ireland, fu al centro di una lunga contesa, l’ex moglie lo accusò di essere un violento e a un certo punto spuntò perfino una registrazione di lui che prende la ragazza a male parole. A onor del vero, però, Ireland ha appena comunicato che non vede l’ora di abbracciare il papà in un momento così delicato.

Sulle sbronze del divo si sono sprecati fiumi di parole, così come abbondano i verbali della polizia sul suo conto, zeppi di denunce nei confronti dell’attore, piuttosto irascibile, una volta beccato ad andare in bici contromano, un’altra a picchiare un fotografo e via discorrendo. Invece pare incrollabile la sua fede democratica, consacrata da irriverenti imitazioni di Donald Trump e appena offuscata da battute omofobe sfuggite in Tv.

Negli ultimi tempi, però, Alec Baldwin sembrava preoccupato soprattutto di fare il papà quasi a tempo pieno, avendo avuto negli ultimi otto anni ben sei figli (l’ultimo da maternità surrogata) dalla sua seconda moglie, Hilaria, istruttrice di yoga, di ventisei anni più giovane di lui. Quasi a tempo pieno, perché sul set del western Rust era tornato con grande entusiasmo, ora completamente dissolto. L’attore ha annunciato di aver sospeso ogni impegno di lavoro. A tempo indeterminato.


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