Dalila Di Lazzaro morte del figlio Christian, la sua battaglia continua


Di questa sentenza si è parlato poco, ma le sue conseguenze potrebbero essere molto rilevanti. La Cassazione, il 26 giugno scorso, ha aperto, più che una porta, un portone alle adozioni da parte dei single. Allo stato attuale, la normativa prevede che la “normalità” in fatto di adozione sia che il bambino venga affidato a una coppia, meglio se “regolare” e quindi normalmente sposata.


Oggi un single, come spiega l’onorevole Laura Ravetto, di Forza Italia, che da sempre si interessa della questione, può adottare solo in tre casi particolari. Primo: se il bambino e il genitore adottivo sono legati da un vincolo di parentela fino al sesto grado, o da un rapporto prolungato, stabile e duraturo. Secondo: se non si trovano coppie che accettino l’affido preadottivo del minore adottabile, perché non ci sono coppie idonee (improbabile: la lista d’attesa di potenziali genitori è infinita) o perché nessuna coppia accetta il bambino (capita se il bambino è malato o disabile). Terzo: se il bambino, orfano di entrambe i genitori, vive una condizione di disabilità.

Ebbene un caso avvenuto a Napoli potrebbe cambiare le carte in tavola. Una donna di 62 anni, infermiera professionale, si è presa cura di un minore abbandonato dai genitori perché affetto da un grave handicap fisico, una tetraparesi spastica. Il padre e la madre, dopo qualche tempo, hanno fatto ricorso contro un’ adozione, argomentando che la donna, oltre a essere single (pur avendo una figlia già grande) aveva un’età relativamente avanzata, inadatta alla cura del ragazzo. La Cassazione, dando ragione all’infermiera, ha precisato che la legge in vigore non può discriminare, in fatto di adozioni, né i single né le persone con un’età V avanzata. E giusto, hanno detto i magistrati, preferire le coppie possibilmente giovani, ma se l’interesse preminente del bambino (che è il criterio fondamentale per la decisione) suggerisce un’altra soluzione, non può essere d’ostacolo il fatto di vivere da soli o essere di mezza età.

Naturalmente una sentenza non sostituisce una legge e quindi questa decisione non è risolutiva. Diversi personaggi famosi appoggiano questa svolta e tra loro si segnala Dalila Di Lazzaro, che ne ha fatto la battaglia della vita, dopo aver perso nel 1991, quando lei aveva solo 38 anni, il figlio Christian di 22 anni. C’è in discussione in Parlamento una proposta di legge, proprio della Ravetto, che vorrebbe consentire esplicitamente ai single la possibilità di adottare. In passato diverse altre iniziative si erano arenate per l’opposizione di molti deputati cattolici, timorosi per la “ferita” infetta alla famiglia tradizionale e anche di un fronte variegato che teme che aprire alle adozioni dei single significhi favorire quelle dei gay. La nascita delle “unioni civili” omosessuali non ha modificato la situazione: uno dei pochi punti di differenza tra l’unione civile e il matrimonio resta proprio la possibilità di adottare.

Come ricorderete, fu pure stralciata la norma che consentiva la “stepchild adoption”, l’adozione semplificata del figlio del partner (o della partner). Ecco i motivi dell’opposizione all’adozione da parte dei single. Va detto che non pare una necessità stringente: i numeri variano a seconda delle fonti, ma è noto che le richieste da parte delle coppie sono molto superiori alle adozioni realmente concretizzate, soprattutto per via delle lungaggini burocratiche, che impongono attese spesso di molti anni. Però nella società moderna, dove i single aumentano sempre più e le coppie solide si riducono togliere la possibilità ai bambini di aver almeno un genitore pare a molti un errore, se non uno spreco. Nelle pagine seguenti, alcune opinioni.


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