Maurizio Costanzo e l’amore eterno per Maria De Filippi


Dietro un grande uomo, c’è sempre una grande donna. E non fa eccezione Maurizio Costanzo. Il veterano della Tv – che festeggia la quarantesima edizione del suo Maurizio Costanzo show – si racconta a Nuovo e, a 83 anni compiuti, riesce ancora a stupire. Dietro lo schermo protettivo dell’ironia, emerge una persona più sensibile e fragile di quanto voglia apparire. Un uomo che vive con senso di gratitudine sia il successo lavorativo sia il sentimento profondo che lo lega alla moglie Maria De Filippi: un amore per sempre. «Non potrei immaginare il futuro senza di lei», dice.


Il conduttore ha un passato sentimentale decisamente inquieto alle spalle. E solo al quarto matrimonio è riuscito a raggiungere la serenità. Dopo le nozze a venticinque anni con la fotoreporter Lori Sam-martino (che ne aveva trentanove), Maurizio ha sposato la giornalista Flaminia Morandi, madre dei suoi figli Saverio e Camilla.

Quindi ha vissuto una relazione con Simona Izze e un terzo breve matrimonio con Marta Flavi. Infine l’incontro con Maria De Filippi, l’unica donna con cui abbia costruito un legame stabile, cementato nel 2014 dall’adozione di Gabriele. Sul privato Costanzo è molto riservato; ma se teniamo conto del suo insegnamento – secondo cui l’intervista consiste nel cogliere l’essenza di una persona, al di là di quel che ha detto e non ha detto – qualcosa di questa sua sfera segreta trapela.

In fondo, dell’uso delle parole lui ha fatto la sua arma vincente, un mezzo di dialogo e di conoscenza. «Già molti anni fa sostenni che la televisione, oltre che dai professionisti dello spettacolo, sarebbe stata fatta dalla gente comune e dalle loro storie. E non mi sbagliavo», spiega il giornalista romano. «Cominciai con Bontà loro e con Acquario e sono andato avanti col Maurizio Costanzo show, con la curiosità di entrare nell’anima dei miei interlocutori. Tanti ospiti sono diventati famosi e sono contento di avere intuito in loro un talento che forse senza quella passerella sarebbe rimasto inespresso».

Maurizio, vuole fare un bilancio dal 1982 a oggi? «Sono un uomo che ha realizzato un sogno, perché fin da ragazzino volevo fare il giornalista. Era una vocazione, al punto che negli anni della gavetta scrivevo gratis, ringraziando chi mi dava questa opportunità. Ebbene, se una persona riesce a fare della propria passione un’attività professionale ha risolto in pratica la sua vita: evita rimpianti e frustrazioni e supera anche gli inevitabili periodi di crisi. Il lavoro non ti tradisce mai».

Quali personaggi passati dallo show le sono più cari? «Mi fa piacere avere lanciato i comici Giobbe Covatta, Enzo lacchetti e Dario Vergassola. Li scoprivo nei loro spettacoli di cabaret, li invita vo in tivù e il gioco era fatto. Oggi il cabaret non c’è più, non saprei dove pescare. E ricordo poi con affetto Vittorio Sgarbi, uno degli uomini più intelligenti che abbia conosciuto, sbocciato nel mio show. Era il 1989: discutendo con una poetessa per lui scadente, disse che era una str…za. Fu uno scandalo perché all’epoca la parolaccia in Tv era inammissibile; ma creò un personaggio e influì sul costume».

Parliamo di sentimenti. Lei e Maria state insieme da 28 anni: qual è il vostro segreto? «Non ci annoiamo mai perché il nostro legame è basato sul dialogo aperto e continuo: ci confrontiamo su tutto. E, se in una convivenza è normale che ci sia qualche tensione, non mi è passato per la mente – nemmeno per un attimo – l’idea di separarmi da Maria. Ed è questo ciò che conta». Come conciliate le vostre diverse esigenze? «Con il rispetto e l’amore reciproci.

Per esempio, quando ci conoscemmo, io avevo un bassotto cui Maria si affezionò: cominciò ad apprezzare i cani, al punto che oggi ne ha tre. lo, però, in realtà amo i gatti. Ma nel momento in cui ne adottai uno – un certosino di nome Filippo – mi resi conto che portarlo a casa sarebbe stato problematico. Perciò l’ho sistemato nel mio ufficio, col piacere di .sentirmelo vicino e affettuoso quando mi si accoccola_sulle_ ginocchia mentre leggo i giornali. E così siamo tutti soddisfatti».

Qual è per lei il valore più importante delia sua vita? «Essere padre. Persi il mio a ventidue anni e ho sentito molto la mancanza della sua guida. Ancora oggi penso a lui ogni giorno, con l’impressione che vegli su di me come un angelo custode. Credo che il principale compito di un genitore sia l’attenzione verso i figli. Io ho sempre seguito i miei, con un criterio di equità affettiva per cui, se di giorno pranzo con uno di loro, la sera cerco di cenare con gli altri. E non faccio distinzioni tra quelli biologici e quello adottivo».
Come vede il suo futuro? «Spero di conservare la lucidità per svolgere il mio lavoro il più a lungo possibile. E sempre con Maria accanto».


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