Rocco Casalino autobiografia: libro ‘Il portavoce’


Questo articolo in breve

Chissà se la vera condanna di Rocco Casalino non sia la “lettera scarlatta” della partecipazione al Grande Fratello – come la definisce nella sua autobiografia, Il portavoce (Piemme) – ma consista invece nell’aver convinto tutti che qualunque cosa faccia, dica o scriva, in realtà dietro nasconda un doppio gioco, un tranello, un tentativo di manipolazione. E quindi, anche di fronte a un libro che prova a presentarsi come una confessione sincera, nessuno riesca a leggere senza pensare: perché ora, perfino perché con quell’editore, perché in quello stile – visto che, come noto, è capace di usare registri diversi, più alti e più bassi – perché ha tralasciato quell’episodio, perché più citazioni di quel politico piuttosto che di quell’altro.


Mai come in questo periodo il mondo  dei vip è dominato dalla tensione emotiva e dalle lacrime. A cominciare dalla Casa del Grande fratello vip, dove gli ospiti, come in uno psicodramma, rivelano le loro esperienze più intime e traumatiche.

E Rocco Casalino, concorrente del reality show nell’edizione del 2000, diventato poi portavoce dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, segue questa tendenza nell’autobiografia II portavoce (Piemme), che colpisce come un pugno nello stomaco. Tanto che ci si chiede come abbia avuto il coraggio di mettere in piazza, con impressionante crudezza, il suo passato da incubo.

Nasce in Germania da immigrati pugliesi Rocco nasce a Frankenthal, in Germania, dove la famiglia era emigrata senza fortuna, rientrando poi a Ceglie Messa-pica, vicino a Brindisi, quando lui era adolescente. Da piccolo è testimone di violenze familiari brutali. «Avevo 9 anni. Era notte fonda», racconta. «Mio padre era rientrato ancora una volta ubriaco fradicio. Urlava a mia madre che voleva fare l’amore, ma lei quella sera non voleva assolutamente.

Lo supplicava: “Giovanni, per favore, no, stasera no, non ho voglia, mi fa anche male. Ti prego, ti prego… Ma lui l’aveva presa con la forza. Non gliene importava niente delle suppliche strazianti di mamma che avrebbero commosso un sasso. Sentivo quei lamenti che mi arrivavano dritto al cuore con la voglia di entrare nella stanza e di saltare addosso a mio padre per impedire che mamma subisse quello che stava subendo…».

E aggiunge: «Per un figlio vedere la propria madre picchiata è la sensazione più dolorosa che si possa immaginare. Talvolta, per proteggerci, io, lei e mia sorella abbiamo dormito nella vasca da bagno, perché quella del bagno era l’unica porta che avesse la chiave. Qualche sera mio padre tornava talmente ubriaco che, non più padrone di sé, faceva la pipì dove capitava».

Nell’infanzia e nell’adolescenza Casalino vede il padre come un aguzzino. Basti pensare che l’uomo non vuole figli, ma non si fa scrupolo di mettere incinta la moglie costringendola poi ad abortire. Come quando, con una fune, cala la moglie incinta in un pozzo, tirandola su e giù, nella speranza che lo spavento le provochi l’interruzione «li gravidanza. Oppure la obbliga a sottoporsi a pratiche abortive rudimentali, che le procurano una grave infezione con il pericolo di morire dissanguata. Rocco assiste terrorizzato allo scempio e si tormenta perché non può fare niente per proteggere la propria madre.

Ita frustrazioni, bullismo e paure

Quando nel 1994 il padre va in ospedale, prossimo alla fine, gli sussurra freddamente: «Muori, devi morire». E spiega: «Lo dico come se pronunciassi una sentenza che aspettavo da tempo». Le frustrazioni affettive e i disagi della povertà alimentano in Rocco la voglia di affermarsi e ci riesce.

Si laurea in Ingegneria. Poi l’avventura al Grande fratello. «I gettoni d’oro che mi ha dato Mediaset li ho cambiati e ho pagato il debito di mia madre, così potevo partire. Lavoravo in un cali center, ma sentivo di meritare di più», ha raccontato a Verissimo. Casalino diventa giornalista, per poi approdare alla politica, prima come addetto stampa del Movimento 5 Stelle, poi come portavoce di Giuseppe Conte. «Osservandolo con suo figlio vedo un uomo profondamente paterno, un padre perfetto», dice Casalino dell’ex premier. «E una persona ; sensibile alle esigenze degli altri.


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