Stefano Bollani: chi è, età, figli, moglie Valentina Cenni, Petra Magoni, dove vive, biografia e vita privata


Stefano Bollani è nato il 5 dicembre del 1972 a Milano. Il musicista è un affermato compositore, un eccellente pianista e anche a cantare. Così come fa quando suona una canzone e le sue dita sfiorano il pianoforte seguendo una melodia unica, Stefano Bollani ma con i suoi pensieri Quando inizia un discorso non si sa mai dove va a finire, ogni pensiero Lo porta altrove. Infatti, Stefano Bollani ammette di allargare il campo, dice una cosa ma potrebbe dire anche il contrario altrimenti risulterebbe noioso. Certamente inventare oggigiorno è molto difficile: adesso su internet abbiamo una pseudo enciclopedia che sa tutto di tutti o almeno spera. Un po’ come al cuore, cambia i professori, dicono una cosa, Di solito è legge. Lui per sopravvivere diceva sempre quello che i professori volevano sentirsi dire.


Una carriera la sua, all’insegna dello spettacolo, infatti Stefano Bollani è stato anche un attore e umorista nonché un eccellente e scrittore. Oggi l’uomo ha 49 anni nasce  sotto il segno del Sagittario. L’artista ha una sorella di nome Manuela di origini piemontesi. Durante la sua vita Stefano abitato in molte città. Ovviamente in tutti questi traslochi non aperto la passione per la musica è da imparare a suonare il pianoforte. Infatti la sua arte inizia sin da piccolo, all’età di 6 anni ha cominciato a prendere lezioni mentre si trovava nella città di Firenze.

Bollani vita privata, ex moglie Petra Magoni, e la moglie Valentina Cenni, figli

Ovviamente quando si parla di un personaggio di alto spessore, È ovvio che da parte del pubblico ci sia una curiosità innata su quanto riguarda la sfera sentimentale privata. L’uomo è stato sposato per dirci anni con una famosa attrice e cantante Petra Magoni. Si conobbero in un concerto di Irene Grandi, e dalla loro Unione nacquero due figli, leone e Frida. Successivamente, dopo la fine della loro matrimonio, Stefano Bollani tifosa con l’attrice Valentina ceni, con il quale Conduce il programma ” via dei matti numero zero”.

All’età’ di sei anni comincia a studiare pianoforte. Esordisce professionalmente a quindici anni. Dopo il diploma di conservatorio conseguito a Firenze nel 1993 e una breve esperienza come turnista nel mondo della musica pop (con Raf e Jovanotti, fra gli altri) si afferma nel jazz, collaborando con grandissimi musicisti (Richard Galliano, Gato Barbieri, Pat Metheny, Bobby McFerrin, Chick Corea, Michel Portal, Franco DAndrea, Martial Solal, Phil Woods, Lee Konitz, Han Bennink, Miroslav Vitous, Antonello Salis, Aldo Romano, John Abercrombie, Uri Caine, Kenny Wheeler, Greg Osby) sui palchi piú prestigiosi del mondo (da Umbria Jazz al festival di Montreal, dalla Town Hall di New York alla Fenice di Venezia, fino alla Scala di Milano).

Fra le tappe della sua carriera, fondamentale è la collaborazione iniziata nel 1996 – e da allora mai interrotta – con il suo mentore Enrico Rava, al fianco del quale tiene centinaia di concerti e incide ben quattordici dischi.  Il referendum dei giornalisti della rivista specializzata Musica jazz lo proclama miglior nuovo talento del 1998; in quel periodo, mentre guida il proprio gruppo, L’orchestra del Titanic, si lancia nella realizzazione di un ambizioso disco-spettacolo in omaggio alla musica leggera italiana degli anni ’30-40 (Abbassa la tua radio con Peppe Servillo, Irene Grandi, Marco Parente, Barbara Casini, Roberto Gatto e tanti altri cantanti e musicisti).

Negli anni collabora sia con musicisti sperimentatori e di frontiera (Hector Zazou, Giovanni Sollima, Elliot Sharp, Sainhko Namcythclack), sia nei progetti discografici e live del pop-rock italiano (Elio e le storie tese, Cristina Donà, Paolo Benvegnù, Samuele Bersani, Bandabardò ma anche Massimo Ranieri e Johnny Dorelli).

Nel 2003 a Napoli riceve il Premio Carosone (artista al quale ha dedicato un piccolo libro-saggio, L’America di Renato Carosone, Elleu editore 2002); l’anno successivo la rivista giapponese “Swing journal” gli conferisce il premio New star award riservato ai talenti emergenti stranieri, per la prima volta assegnato ad un musicista non americano.

Collabora con numerosi artisti in ambito teatrale, dalla Banda Osiris (nello spettacolo Guarda che luna!, 2002-2004, insieme a Rava, Gianmaria Testa e altri in Primo piano, 2005-2006), fino ad attori come Marco Baliani, Ivano Marescotti, Maurizio Crozza e soprattutto Lella Costa (per la quale firma le musiche di tre spettacoli, Alice: una meraviglia di paese, Amleto e Ragazze, per la regia di Giorgio Gallione) e ad importanti personaggi del mondo della danza contemporanea come Raffaella Giordano e Mauro Bigonzetti.

In ambito classico, si esibisce come solista con orchestre sinfoniche come la Gewandhaus di Lipsia, la Santa Cecilia di Roma, la Filarmonica del Regio di Torino, la Verdi di Milano, con direttori come James Conlon, Jan Latham-Koenig (con cui ha inciso il Concert Champetre di Poulenc), e soprattutto Riccardo Chailly, con il quale a Lipsia ha inciso per Decca Rapsodia in blu e Concerto in Fa di Gershwin.

Nel 2005 è ospite fisso nel programma televisivo di RaiUno Meno siamo meglio stiamo, di e con Renzo Arbore. E’ ideatore e conduttore, insieme a David Riondino, della trasmissione musicale Dottor Djembe’, andata in onda su Radio Rai Tre dal 2006 al 2009 a Natale e Pasqua (Premio Microfono d’ argento 2007) e dal 2010 entrato in palinsesto di Radio3, in onda fino al 12 giugno tutti i sabato e domenica alle 13. Da quella esperienza è nato poi anche uno special televisivo di 3 puntate (Buonasera Dottor Djembe’) andato in onda su Rai3 nel giugno 2010.  Dal gennaio 2009 sue sono tutte le sigle del palinsesto di Radio Rai Tre.

Nel 2006 ha pubblicato il romanzo La sindrome di Brontolo (Baldini e Castoldi Dalai).  Lo stesso anno, per la rivista Musica jazz è il musicista italiano dell’anno. 

Il referendum dei giornalisti della rivista americana Downbeat nel 2007 lo vede ottavo fra i nuovi talenti del jazz mondiale e terzo fra i giovani pianisti. I critici della rivista Allaboutjazz di New York lo votano fra i 5 musicisti piu’ importanti del 2007, accanto a mostri sacri come Ornette Coleman e Sonny Rollins. 

Nel dicembre dello stesso anno a Vienna gli viene consegnato lo European Jazz Preis, premio della critica europea, come miglior musicista jazz europeo dell’anno.  La regione Toscana nel 2008 gli ha conferito la massima onorificenza, il Gonfalone d’argento.  Nel 2009 durante il North Sea Festival di Rotterdam gli viene consegnato il Paul Acket Award. 

Sempre più stretto negli ultimi tempi il suo legame con il Sudamerica. Dopo aver realizzato per Emarcy il disco Bollani Carioca (un successo straordinario, con più di 30.0000 copie vendute), nel 2009 diventato anche un dvd live, insieme a grandissimi musicisti brasiliani, nel dicembre 2007 è stato il secondo, dopo Antonio Carlos Jobim, a suonare un piano a coda in una favela di Rio de Janeiro. Ha collaborato con molti artisti della nuova scena brasiliana: Hamilton de Holanda, Toninho Horta, Marcos Sacramento, Ze’ Renato, Monica Salmaso, Nilze Carvalho, Na’ Ozzetti fino al mito Caetano Veloso, con il quale e stato protagonista di due grandi concerti a Cagliari e ad Umbriajazz 2008.

Va fiero della copertina che gli ha dedicato il settimanale Topolino, rivista di cui è stato ufficialmente nominato “Ambasciatore” e che nel numero di settembre 2009 lo ha visto partecipare ad un’avventura di Paperino con il nome di Paperefano Bolletta.

Il 15 luglio 2010 ha ricevuto la Laurea Honoris Causa della Berklee College of Music, con solenne cerimonia a Umbria Jazz, Perugia. 

Il 2011 ha visto un nuovo straordinario exploit: l’incisione di classici di Gershwin (Rhapsody in Blue, Concert in F, Catfish Row e il raro Rialto Ripples) con la Gewandhausorchester diretta da Riccardo Chailly scala le classifiche pop e si piazza nella top 10 per settimane, quasi raddoppiando i risultati di vendita del best seller Bollani Carioca.


Lascia un commento

Exit mobile version