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Udinese in cerca punti per risistemare una classifica che si è via via fatta meno tranquilla di qualche settimana fa. Il tecnico Gotti parte dall’analisi dell’ultimo test «Non mi era piaciuto il primo tempo mentre la ripresa è stata molto diversa». Un commento sui partenopei: «Una gara anomala quella contro lo Spezia perché il numero e il tipo di occasioni che ha avuto il Napoli per vincere, con la beffa poi di perderla nel finale, raramente si vedono in Serie A». Qualche cambio in formazione. Ballottaggio Bonifazi-De Maio con il vantaggio del primo in difesa. A metà campo sicuro Zeegelaar a sinistra con Larsen che non dovrebbe essere rischiato, al suo posto sulla destra Molina. Ci sarà Arslan in regia con ai suoi fianchi De Paul e Mandragora. In avanti, nel 3-5-1-1 necessario a sopperire le assenze di Okaka, Pussetto e Forestieri, con Deulofeu ancora lontano dalla condizione migliore, Pereyra alle spalle di Lasagna.

Un brindisi veloce a fine cena nel ritiro di Udine, per festeggiare il suo 43esimo compleanno con la squadra e con due leader che stanno per tornare nuovamente in pista. Nel Napoli volato ieri pomeriggio in Friuli ci sono anche Koulibaly e Mertens, non giocheranno oggi pomeriggio perché devono ancora completare il recupero per gli infortuni sofferti il 16 dicembre contro l’Inter (il belga) e il 20 dicembre contro la Lazio (il senegalese), e saranno in panchina con un doppio scopo: tornare a respirare l’odore dell’erba e trasmettere ai compagni quella carica venuta meno nel match dell’Epifania contro lo Spezia.

Il Napoli vuole ricominciare proprio da quella sconfitta inspiegabile e che provocò la reazione virulenta di Gattuso. Lo spogliatoio incassò in silenzio quelle urla con porte sbattute dal coach e oggi scenderà in campo con la convinzione di regalare a Ringhio la sesta vittoria (su 8 gare) in trasferta ed il necessario riscatto in campionato. La squadra vuole confermare l’ottimo rendimento registrato quest’anno dopo ogni risultato negativo tra le mura amiche: dopo il ko con l’Az arrivò la vittoria a Benevento, sconfitta col Sassuolo e vittoria a Rijeka, sconfitta col Milan e vittoria casalinga con il Rijeka, pari con il Torino e successo a Cagliari.

Gattuso è convinto che anche stavolta la storia si ripeterà e per migliorare il rendimento del gruppo metterà mano al turnover. Petagna sarà ancora punta centrale, anche se stavolta partirà titolare, con Lozano nuovamente a destra, Zielinski da sottopunta e Insigne sulla corsia mancina. A centrocampo sarà confermato Ruiz al fianco di Bakayoko, anche se a gara in corso è quasi certo che possa giocare una mezzora il rientrante Demme. La porta stavolta sarà difesa dall’ex friulano Meret, con difesa composta da Di Lorenzo e Manolas, ma anche con l’esordio quasi certo da titolare dell’ex veronese Rahmani.

A sinistra, invece, Hysaj potrebbe dare il cambio a Mario Rui, così da giocare la seconda gara dopo aver contratto il Covid con la Nazionale albanese nel corso della sosta di metà novembre. Gattuso vuole la vittoria anche per restare in contatto con la zona Champions e lo ha chiesto a tutto lo spogliatoio che in questo mese sarà utilizzato nella sua interezza. Non va dimenticato che mercoledì comincia la Coppa Italia per gli azzurri campioni uscenti, con gli ottavi di finale allo stadio Maradona dove arriverà l’Empoli. Contro i toscani ci sarà spazio per altri volti della rosa e, forse, anche per Mertens e Koulibaly, ma solo per una manciata di minuti. Aspettando il ritorno di Osimhen, che lunedì sarà sottoposto ad un nuovo tampone per verificare l’eventuale negativizzazione al Covid 19.

C’è in gioco la fiducia, oggi pomeriggio. Rino Gattuso dovrà dare delle risposte immediate per evitare una crisi che metterebbe in seria discussione il progetto tecnico. L’allenatore ne è consapevole, fin qui ci ha sempre messo la faccia, ha criticato l’atteggiamento della squadra e ha sempre motivato le scelte fatte. Sa anche che bisognerà invertire la tendenza e dare continuità ai risultati in virtù di un obiettivo da raggiungere, cioè la zona Champions League. E’ questo il traguardo dichiarato dal tecnico ad inizio di stagione, quando il suo Napoli era già stato inserito nel gruppetto delle pretendenti al titolo. Ma la realtà ha messo a nudo le problematiche di sempre, di una squadra che è prima per il numero di occasioni create, ma che fa disperare per quanto riesca a sbagliare sotto porta. Un limite che Gattuso ha ammesso senza troppi giri di parole. Ha prima parlato di mancanza di cazzimma, poi di carattere e, infine, di veleno da sputare in campo. Espressioni forti, usate per tentare di scuotere la squadra che continua a illudere l’ambiente, il club e lo stesso allenatore. L’assurdo si è materializzato in questo inizio di anno nuovo, con la vittoria straripante di Cagliari e la sconfitta interna con lo Spezia. Facce diverse di una stessa squadra, che spesso ama specchiarsi nella propria bellezza tecnica, esagerando nel palleggio e nello scambio, soprattutto negli ultimi 20 metri.

Il futuro prossimo, tuttavia, tende all’ottimismo. Nell’elenco dei convocati per la trasferta in Friuli, ci sono Koulibaly e Mertens, i due infortunati che sono prossimi al rientro: sicuramente saranno in campo il 20 prossimo nella finale di Super- coppa Italiana, in programma a Reggio Emilia, contro la Juventus. Per loro due, probabilmente, oggi ci sarà posto in panchina. L’esperimento di Lozano centravanti è stato accantonato , per il momento non se ne parla. Come riferimento offensivo ci sarà Andrea Petagna che, finora, è andato in gol 4 volte, pur giocando appena 5 gare da titolare. Da subentrato, l’attaccante ha realizzato ben 3 reti (Benevento, Sampdoria e Spezia). Ma l’emergenza del momento (Osi- mhen starà fuori ancora a lungo) ha convinto l’allenatore a lasciar perdere le innovazioni. Adesso, bisognerà mettersi in discussione, anche perché l’ambiente è parecchio contrariato per l’andamento in campionato. Sui social gli attacchi all’allenatore crescono, ma le sue colpe sono relative. La squadra gioca e costruisce, magari non sarà sempre brillante, ma arriva innumerevoli volte alla conclusione, sbagliandone in quantità industriale. L’impressione è che gli attaccanti tengano più alla bellezza dell’esecuzione e non alla concretezza, spesso si specchiano nelle loro qualità, eludendo la richiesta di Gattuso: tirare fuori gli attributi e non badare troppo al sottile.


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