Nello specifico a Torino questo mini centro di logistica sorgerà all’interno delle Mura del Lorusso e Cutugno e nello specifico pare che sarà rimesso a nuovo un capannone dove da Amazon saranno impiegati una decina di detenuti, proprio come addetti che saranno regolarmente retribuiti. Al momento non sembrano essere ancora noti alcuni dettagli di questa operazione, come ad esempio a quanto ammonta la paga oraria che sarà riservata semplicemente a coloro che entreranno a far parte di questo progetto di reinserimento dei detenuti nel mondo del lavoro, sia a Torino che a Roma.”Si tratta di un importante accordo, con un’azienda internazionale e seria” , ha spiegato a Repubblica Minervini.
Amazon sbarca in carcere, ancora tanti i dubbi
Il lavoro in Amazon spesso è stato al centro di indagini e di inchieste per delle condizioni lavorative presunte, non esattamente favorevoli per i dipendenti. Sembra che in questi anni alcuni abbiano addirittura sostenuto che lavorare per Amazon più o meno è come stare in carcere. Adesso mentre il colosso si prepara a rendere ancora più automatizzato il tutto, inserendo all’interno dei magazzini dei robot addetti all’imballaggio al posto dei tradizionali impiegati, adesso alcuni detenuti dei due penitenziari di cui sopra abbiamo parlato, ovvero Torino e Roma si aggiungeranno ai dipendenti già operativi e lavoreranno a tutti gli effetti.
Come abbiamo già visto, sono ancora tanti quesiti di cui quindi non si conosce la risposta a cominciare dalla paga oraria, a finire al tipo di contratto che verrà proposto ai detenuti coinvolti. Ci si chiede ancora, come avverrà l’eventuale selezioni degli stessi e quanto rilievo potrà avere questo progetto ed in generale come sarà gestita l’intera situazione di Rebibbia. Molto probabilmente, alcune precisazioni arriveranno quando sarà firmato l’accordo, la cui data è prevista per il prossimo giovedì.