È ora di rompere lo schema Alla base di questi problemi così diffusi c’è un meccanismo fisiologico: ciò che comunichiamo a noi stessi, viene assorbito dal cervello che lo fa suo, lo trasforma in mediatori chimici e, in definitiva, in “corpo”. Le parole che ci diciamo possono cioè creare nel cervello e nell’organismo una condizione di staticità o, viceversa, attivare una cascata di energia. Quali frasi, quali atteggiamenti mentali bloccano il cervello e il corpo? I buoni propositi che proviamo a mettere in atto per raggiungere i modelli di perfezione cui aspiriamo: quella magrezza ideale, quella forma perfetta… In realtà a ben vedere sono modelli che quasi mai si adattano al nostro corpo, che ha la sua specificità ed è questa semmai che andrebbe ritrovata, accolta, valorizzata. I modelli di perfezione esprimono invece un’idea assoluta di bellezza e, dal lato pratico, un atteggiamento di autocontrollo che non è realistico pretendere da sé, non è veramente realizzabile. Non siamo macchine ed è assurdo volerlo diventare.
Le auto-accuse sono la conseguenza diretta dei modelli di perfezione e dei buoni propositi. Abbiamo messo l’asticella troppo in alto, ma invece di abbassarla o di cambiare metodo, pensiamo di essere noi quelli “sbagliati”, quelli incapaci, quelli senza forza di volontà. Riversiamo su noi stessi parole dure, giudizi sprezzanti, ci vediamo brutti e deboli.
Il passaggio ai lamenti, al vittimismo, al piangersi addosso è a questo punto quasi scontato: ci sentiamo sfortunati, umiliati dalla vita e sottoposti a un destino amaro e ingiusto. E cerchiamo consolazione… nel cibo! Ecco spiegato quindi il processo: i buoni propositi trasformano il dimagrimento in una fissazione. Ma attenzione: quando ti imponi qualcosa di innaturale, l’inconscio lo rifiuta e spinge alla trasgressione come affermazione di sé. Non è sbagliato l’istinto, è sbagliata l’auto-imposizione che lo stimola! I modelli di perfezione portano al senso di colpa e quindi alla frustrazione, alla disistima, alla tristezza, concretizzando il bisogno di trovare sollievo a tutta questa durezza nella morbidezza del cibo. Compiangerci ci fa credere che non ci riusciremo mai e i lamenti sono nuove parole statiche che si fissano nel cervello, creando un sentimento di scoraggiamento che è la migliore premessa per nuovo sovrappeso.
Gli atteggiamenti da eliminare Se ti rivolgi parole dure o ti imponi regole innaturali, finisci per creare solo frustrazione dentro di te e aumenti inevitabilmente il bisogno di consolarti col cibo.
PERFEZIONISMO «Oggi devo stare controllata e non sgarrare». «Ho fatto un programma preciso, l’importante è rispettarlo». «Devo essere forte, devo farcela».
FISSAZIONI «Da lunedì mi metto a dieta e nel giro di poche settimane conquisterò il corpo dei miei sogni, l’ideale di magrezza che ho sempre sognato». «Devo assolutamente perdere 2 chili a settimana».
AUTO-COMPATIMENTO «È più forte di me, non ce la faccio». «Mi merito una piccola consolazione». «È il metabolismo». «Non mangio niente eppure ingrasso».