Ci occupiamo del caso alle pagine 24 e 25 di questo numero, riportando i risultati dell’autopsia. È di fondamentale importanza ricostruire l’intero quadro lesivo. Per esperienza, trovo piuttosto improbabile che ima caduta dalle scale possa generare un quadro lesivo di tale portata. Ed è proprio questo che l’autopsia sembra confermare: le lesioni non sono compatibili con la caduta dalle scale. Questo è il nodo cruciale su cui occorre fare chiarezza, soprattutto perché lo scenario generale desta una serie di perplessità.
L’unico indagato per la vicenda è infatti il compagno di Sestina, Andrea Landolfì Cudia, pugile dilettante. Stando a quanto riferito da alcuni familiari di Sestina, quest’ultima era stanca della relazione con Landolfì soprattutto a causa della gelosia e possessività di lui. Di cruciale importanza sono anche le testimonianze di coloro che hanno avuto modo di osservare la coppia la sera dei fatti: i due avrebbero litigato poco prima della presunta caduta di Sestina.
A mio avviso risulta poco credibile poi la versione di quanto sarebbe successo quella sera resa dall’indagato. Versione che non sembra aver convinto nemmeno i medici che per primi hanno prestato soccorso a Sestina, anche se invano. Sono certa che l’approfondimento di matrice criminalistica ancora in atto potrà chiarire i contorni precisi di questa vicenda e vagliare nel dettaglio il racconto reso da Landolfì.