Nello specifico il Sottosegretario al lavoro avrebbe riferito quanto segue: “Ho sentito l’Inps per verificare gli aspetti tecnici. La circolare sarà cambiata. Inps sta applicando vecchie circolari che prevedono almeno 35 anni di contributi effettivi per andare in pensione, escludendo dunque i contributi figurativi per disoccupazione e malattia”. Poi Durigon passa all’attacco dell’Inps e nel corso del suo intervento invita l’INPS a prendere seriamente in considerazione. quanto sta accadendo per cercare di rimediare quanto possibile. “Quella legge è stata superata dalla Fornero e non più vigente. Qui c’è solo un problema di errata interpretazione dell’Inps. Un’anomalia che discuterò con il commissario Tridico”, aggiunge Durigon, che continua a pungere l’Istituto anche sul fronte rivalutazioni.
Pensioni ultime notizie: taglio pensioni d’oro, è caos
Il Sottosegretario però affonda ancora d’istituto, ovvero l’Inps sul fronte delle rivalutazioni. Come è noto, ci sono ancora oggi alcuni pensionati che percepiscono un assegno sulla base della rivalutazione piena, frutto dell’ approvazione tardiva della legge di bilancio e del conguaglio dell’Inps, che potrebbe arrivare soltanto nel prossimo mese di giugno. Altri pensionati invece avrebbero già subito un taglio sui propri conti e perché l’Inps sembra non abbia ancora sistemato il tutto o, tenendo conto del nuovo blocco che è stato voluto dal governo attraverso la legge di bilancio.
Ed è proprio questo che ha creato il caos più totale perché molti sono visti regolare i propri conti mentre molti altri ancora continuano a percepire più denaro. “Un frutto anche questo del caos Inps. In alcuni casi che ho potuto verificare c’è stato un taglio di 10-15 euro anziché pochi centesimi. Su 5 milioni di pensionati coinvolti dalla nuova perequazione, più della metà rinunciano a cifre simboliche, sotto i 40 centesimi”. Nelle scorse ore è arrivata la circolare dell’Inps che pare abbia fatto tirare un sospiro di sollievo per tutti quei pensionati colpiti dal taglio delle pensioni d’oro e che punta a ridurre gli assegni dal 15 al 40% se superiori ai 100 mila euro lordi annui.