Fino allo scorso anno, non poteva accedere a questo regime forfettario chi deteneva quote in società di persone o srl trasparenti, a partire dal primo gennaio 2019 invece l’esclusione vale anche per i contribuenti che detengono quote di srl e ne consentono così un controllo diretto ma anche indiretto. Ad ogni modo. tutte queste novità non hanno fatto altro che generare vari dubbi di interpretazione e per questo motivo l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una circolare chiarificatrice che ha definito come nel 2019 i contributi hanno accesso libero alla tassazione agevolata, ma entro l’anno le cause ostative dovranno comunque essere rimosse.
Regime forfettario e doppia attività, i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate
L‘Agenzia delle Entrate con una risposta all’interpello numero 146 del 20 maggio, ha ribadito come sarà possibile approdare al regime forfettario fino alla fine dell’anno corrente ma comunque la doppia attività così come descritta dal 2020, preclude la possibilità di poter applicare l’imposta sostitutiva del 15%. Nella circolare si legge ancora come l’esclusione dal regime forfettario si verifichi in compresenza di due elementi ben specifici ovvero il controllo diretto o indiretto di società a responsabilità limitata e l’esercizio da parte della stessa di attività economica direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolte dagli esercenti attività d’impresa arti o professioni.
Regime forfettario, che cos’è e come funziona
Il regime forfettario è stato introdotto dalla legge di stabilità 2015 e va ad includere numerose esemplificazioni e agevolazioni per le imprese di piccole dimensioni. Si tratta quindi di un regime fiscale molto particolare che va ad introdurre delle semplificazioni fiscali e contabili per gli aderenti. Tutti i contribuenti che vogliono adottare quindi questo regime, dovranno essere in possesso di alcuni requisiti e quindi i guadagni non devono eccedere la soglia fissata per le attività e le spese per eventuali collaboratori non devono superare €5.000 lordi inclusi gli importi pagati ai soci, all’imprenditore oppure ai familiari per il lavoro svolto. Infine, il costo dei beni strumentali non deve essere maggiore di €20.000 da cui vengono esclusi eventuali immobili e coi beni di valore inferiore a 516,45 euro.