Alessia Marcuzzi e Asia Argento nella bufera: troppo lato b solo per i like?


Il mondo dei social ha cambiato diversi parametri nel mondo dello spettacolo e anche eliminato diversi tabù. Ormai il corpo nudo di una non crea di certo lo stesso clamore di un tempo, ma alimenta il dubbio secondo cui davvero sia necessario eccedere per farsi vedere? Ecco che i riflettori si accendono sul lato di bi di Alessia Marcuzzi e Asia Argento.


Asia Argento e Alessia Marcuzzi nella bufera

Nel corso degli ultimi giorni l’attenzione mediatica si è concentrata su delle foto che hanno condiviso sia Asia Argento, ma per prima, che Alessia Marcuzzi. Si tratta di due scatti che mostrano il lato b… animando una vera e propria bufera per l’eccesso mostrato sui social per il quale è intervenuta anche la giornalista Caterina Collovati che su Instagram esordisce nel seguente modo: “Mi sfugge il perché una donna senta l’esigenza di pubblicare foto simili mi sfugge. Sicuramente esiste una buona dose di vanità. C’è il desiderio di mostrare quanto si è in forma e su ciò nessun dubbio”.

“Sbaglia chi le fa o chi le giudica?”

In un periodo storico in cui si è tanto discusso sull’azione degli haters, sempre pronti a criticare i vip o mandare minacce, insieme a messaggi di odio… ecco che Caterina Collovati pone l’attenzione sul seguente interrogativo: “Ma oltre a questo? Possibile non valutare che questo tipo di posa possa avere delle conseguenze? Sbaglia chi le fa o chi giudica? In questo caso non parliamo di anonime influencer a caccia di like”.

Caterina Collovati un fiume in piena…

Al momento, dunque, è impossibile stabilire se sia giusto lo sfogo della giornalista Collovati e la libertà di sfoggiare il proprio corpo… considerando anche il fatto che le foto di nudo o seminudo hanno catturato l’attenzione dei fan dei vip. In un certo qual modo i social hanno solo semplificato il processo senza attendere la pubblicazione in edicola di un calendario, ad esempio.

Caterina Collovati, successivamente, continua e conclude il suo sfogo nel seguente modo: “Il cognome famoso, un discreto percorso lavorativo nel mondo del cinema, vocazione alla trasgressione. Un merito indiscutibile, quello di aver fatto da portabandiera della battaglia delle donne per il diritto al lavoro senza scendere a compromessi. Partì da una sua denuncia il movimento #MeToo che tanto aiutò le donne a liberarsi da vergogne imposte da piccoli uomini di potere. Proprio per questo trovo inconcepibile che dopo dibattiti, parole e trasmissioni sull’esposizione del corpo della donna esistano atteggiamenti così superficiali che sfociano addirittura nell’auto mercificazione, oscurando quanto di buono si è ottenuto”.


Lascia un commento

Exit mobile version