Avanti un altro, Paolo Bonolis l’editoriale: “Cosa resterà del lockdown?”


Il lockdown è stata l’occasione perfetta per riflettere che è stata concessa a ognuno noi. Vip e persone normali sono state private della loro libertà senza sapere cosa sarebbe stato del loro futuro una volta concluso tutto quanto. A parlare di quello che è successo nella nostra nazione è stato anche Paolo Bonolis in un editoriale scritto per Il Messaggero.


Avanti un altro nella fase due della pandemia

Sono cambiate molte cose nel mondo del lavoro, non solo per le persone comini ma anche per le web star e gli esponenti del mondo dello spettacolo. Alcuni programmi sono stati cancellati, altri sospesi e adesso sono ricominciati… tutto è cambiato e a quanto pare continuerà a cambiare nelle prossime settimane.

Paolo Bonolis ha parlato in più occasioni del dopo lockdown sia per Avanti un altro che per altri progetti lavorativi che verranno, ma adesso ecco che arriva anche una lettera aperta scritta dal conduttore.

Cosa resterà del lockdown?

Questa è una delle domande che spesso si pongono le persone non solo in Italia, ma anche nel mondo dato che molti pesi sono stati messi in ginocchio dalla crisi che è nata a causa del Codiv-19.

A ogni modo, ecco che arriva anche i commenti del conduttore di Avanti un altro, Paolo Bonolis, che in un editoriale a il Messaggero scrive: “Vi ricordate? Eravamo abituati ad avere tutto, a pretendere tutto… Per tornare come prima? Spero di no. Mi auguro che questo stallo alle nostre presunzioni ci abbia mostrato vie migliori. La storia ci hanno sempre insegnato ad impararla invece che capirla”.

“Se smettessimo di essere padroni della terra”

L’editoriale scritto da Paolo Bonolis, dunque, sembra essere davvero una lettera aperta ai lettori ma anche a coloro che non sono stati in grado di prendersi cura del mondo e che solo adesso hanno capito quanto sia importante distinguere il concetto di ‘padroni’ da quello di ‘ospiti’.

Non a caso, l’editoriale di Paolo Bonolis si conclude nel seguente modo: “Basterebbe coglierne un paio: l’arroganza umana e l’egoistica voglia di tutto. Se smettessimo di pensare di essere i padroni della terra e di poterne manipolare a piacimento gli elementi per far sfoggio di competenza e capissimo che la cooperazione è l’unica strada che paga in ogni tempo, forse questo stallo vissuto ci farà vincere tutte le prossime partite. Ora, con leggerezza, gentilezza e rispetto, riprendiamoci ciò che possiamo e non tutto quello che vogliamo”.


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