Una nuova conferenza stampa per annunciare agli italiani la proroga delle misure restrittive adottate dal governo, la cui scadenza era stata inizialmente fissata al 13 aprile. Una proroga di tre settimane, fino al 3 maggio, ufficializzata da Conte per tagliare fuori oltre alle festività pasquali anche le celebrazioni del 25 aprile e del 1 maggio, altre date calde in cui convincere gli italiani a rimanere a casa sarà più complicato. Dal 14 aprile, però, arriveranno le prime parziali riaperture: librerie, cartolibrerie, negozi per neonati. Una novità accompagnata dalla nascita di una task force guidata da Vittorio Colao, ex direttore delegato Rcs e Vodafone.
A spiegarlo è stato lo stesso premier: “Abbiamo prorogato le misure fino al 3 maggio, decisione difficile di cui mi assumo la responsabilità politica. Non possiamo vanificare gli sforzi fin qui compiuti o i risultati positivi andrebbero persi. Sarebbe una frustrazione insostenibile e dovremmo ripartire da capo”.
Dal 14 aprile riapriranno però cartolibrerie, librerie, negozi per neonati, Ripartiranno le attività di silvicoltura e forestali: “Il lavoro per la fase 2 è già partito, non possiamo aspettare che il virus scompaia del tutto dal nostro territorio. Stiamo lavorando all’istituzione di un gruppo di esperti e di un protocollo del lavoro. La task force sarà composta da figure che dialogheranno insieme al comitato tecnico-scientifico. In testa ci sarà Vittorio Colao, uno dei manager italiani più stimati all’estero”.
“Il Mes? Esiste dal 2012. Non l’abbiamo approvato o attivato noi, come dichiarato irresponsabilmente da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Lo ripetono da ore ma non è così. Non lavoriamo con il favore delle tenebre, guardiamo in faccia agli italiani. L’Eurogruppo non ha firmato nulla né istituito alcun obbligo. Su richiesta di alcuni Stati membri ma non l’Italia, si è lavorato a una linea di credito collegata al Mes ma nuova rispetto a quelle esistenti. Noi non abbiamo bisogno del fondo Salva-Stati, strumento che riteniamo inadeguato. Falsità e menzogne ci fanno male, ci indeboliscono nella trattativa. Non firmerò niente finché l’Europa non ci darà strumenti adeguati”.