Milan Porto streaming gratis diretta live tv dove guardarla


Fra pochi minuti scenderà in campo il Milan nella gara di Champions League contro il Porto. Milioni di Italiani hanno un abbonamento premium se seguire le partite, ma tanti altri non possiedono alcun abbonamento. Infatti, quando c’è una partita di calcio tantissime persone si recano sul web per cercare un sito che dia la possibilità di vedere in streaming gratis l’evento, noi vogliamo solo informarvi che su questi siti è pieno di virus che possono compromettere la vostra privacy ed il vostro dispositivo. Inoltre è difficile ma non impossibile che la Polizia Postale riesco a scoprire il vostro indirizzo IP mentre state guardando la partita, A quel punto ho voglia di imbattervi in una denuncia penale con relativa multa e guai giudiziari, per questo motivo il nostro consiglio di seguire la telecronaca di attuale sui tantissimi siti di sport che ci sono in Italia.


Dove e come vedere Milan – Porto

Il match valevole per la quarta giornata di Champion League non sarà trasmessa in Tv in chiaro. Le due squadre scenderanno in campo alle ore 21.00 di oggi, mercoledì 3 novembre. La partita sarà, quindi, trasmessa in esclusiva in Tv su Sky, collegandosi ai canali SKy Sport, Sky Sport Action e Sky Sport 4k, ai canali 253, 206 e 213. Sarà possibile, ancora, seguire il match in streaming, su dispositivi mobili portatili come Sky go, Infinity + e Now, dove si potrà anche acquistare il tagliando della singola partita. Il match non sarà comunque visibile in streaming gratis.

Dategli un campo da calcio e quelle braccia si spalancheranno, pronte ad avvolgere una montagna di compagni dopo un gol dei suoi, come nella notte dell’Olimpico, ma anche ad abbracciare scudetto, Champions League e poi il Mondiale, un altro ancora, alla veneranda età di 41 anni. Perché chi si accontenta gode, ma Zlatan Ibrahimovic gode solo se non è mai sazio: vuole tutto e non vede l’ora di prenderselo.

Più l’età avanza, più la sua agenda si riempie di appuntamenti: questa sera ci sono il Porto e una qualificazione agli ottavi da riacciuffare per i capelli, domenica arriva un derby che profuma già di titolo, quindi Georgia e Spagna. Eccola, l’ultima novità: la Svezia ha chiamato e Ibra risponderà presente. Quattro giorni dopo il derby, Zlatan sprinterà insieme ai compagni di nazionale nelle ultime due gare di qualificazioni mondiali per provare ad accomodarsi in Qatar senza passare dagli spareggi. L’impresa è già alla portata della Svezia, prima nel suo girone con due punti di vantaggio sulla Spagna, ma lo diventerà ancora di più con il totem di nuovo nel gruppo.

Tra coppa e derby È l’effetto Z, che al Milan hanno imparato a conoscere da tempo: Ibra incide anche quando non c’è, ma se scende in campo è meglio perché moltiplica gol, esperienza, spirito vincente. Sarà così nella super sfida di domenica con l’Inter, quando lui e i suoi fratelli avranno l’occasione di staccare i nerazzurri e cacciarli a dieci punti di distanza.

Zlatan quella partita la aspetta da nove mesi, da quando Lukaku urlò a San Siro e alle telecamere di tutto il mondo che il migliore era lui, mentre l’Inter scappava via verso lo scudetto, e adesso che il derby è dietro l’angolo, lo svedese si è dato un obiettivo da centrare a tutti i costi: esserci e trascinare i suoi alla vittoria. Anche per questo, per gestirsi e presentarsi al duello con i nerazzurri nelle migliori condizioni possibili, questa sera lascerà la scena a Giroud.

Il che non significa che Ibra non prenderà parte alla battaglia per la Champions: aggiungere altri minuti nelle gambe lo aiuterà a non perdere il ritmo, e magari a stampare l’ennesimo record anche sulla coppa che non ha mai alzato in carriera, un modo per griffarla comunque. Nella storia della competizione, infatti, non esistono calciatori andati in gol a 40 anni: gli almanacchi si fermano al norvegese Willy Olsen, a segno nel 1960 a 39 anni, 7 mesi e 6 giorni con il Fredrikstad nella vecchia Coppa dei Campioni, e a Francesco Totti, in gola38 anni, un mese e 29 giorni in Cska Mosca-Roma, Champions 2014-15. Ibra vede il traguardo e si prepara a tagliarlo, se Pioli gliene darà l’occasione. In ogni caso, la missione è ovviamente quella di battere il Porto e riaprire il discorso qualificazione: tra infortuni e condizione da recuperare, questa Champions per Ibra si è rivelata un assaggio, troppo poco per un cannibale come lui.

Mondiale e firma Aiutare il Milan ad andare avanti oggi, ripresentarsi da protagonista tra un anno, possibilmente con lo scudetto sul petto: nella testa di Ibrahimovic non ci sono porte chiuse, ma solo vasi comunicanti e trofei da continuare ad alzare, e Ibra è il primo a credere nella vittoria del campionato. Ogni competizione si incastra a un’altra perché la fame di successo è sempre stato – e rimane – il suo elisir di giovinezza.

È anche per questo che accetterà di guidare i compagni di nazionale verso il Mondiale 2022, tra la trasferta in Georgia dell’11 novembre e quella in Spagna del 14. «Abbiamo avuto molti contatti, Zlatan è desideroso di unirsi alla squadra – ha detto il c.t. Janne Andersson -. Per noi ovviamente è positivo avere un giocatore così bravo e con così tanta abitudine ad affrontare sfide così cruciali, la sua esperienza può essere molto importante».

In nazionale, il faro Ibra indicherà la via ai compagni più giovani, proprio come succede al Milan da un anno e mezzo: è un ruolo che ormai si sente cucito addosso, ed è con questo spirito che punta a sbarcare al Mondiale in Qatar l’annoprossimo. Conuncontrat-to in rossonero rinnovato di un altro anno: l’agenda sarà anche fitta, ma per un appuntamento a Casa Milan Ibrahimovic è sempre pronto a fare spazio.

Una notte da dentro o U fuori: se il Milan vorrà continuare a coltivare le proprie speranze Champions dovrà battere il Porto. Non esistono alternative: vincere stasera, vincere le prossime e poi confidare nelle combinazioni favorevoli dei risultati delle concorrenti del girone. Vincere per tantissimi buoni motivi, almeno dieci milioni: proseguire in Europa per il prestigio elagloria, perché è in partite così che si formano i futuri campioni (certe sfide allenano anche la personalità: e nel Milan dei giovani è un percorso necessario), e per l’incasso che la coppa nobile garantisce. L’accesso agli ottavi vale più di dieci milioni, tra qualificazione, premio per ogni gara vinta e altri bonus.

Per Pioli la sfida è ritrovare in Europa il Milan del campionato, una squadra da record con dieci vittorie e un pari: in Champions è andato tutto al contrario, con tre sconfitte su tre. «Non meritiamo lo zero in classifica e contro il Porto abbiamo l’occasione per dimostrarlo. E’ un crocevia ma ci crediamo perché abbiamo le qualità per farcela. Servirà la nostra prestazione migliore perché vogliamo invertire la tendenza.

L’anno scorso avevamo un grandissimo obiettivo, quello di tornare dove siamo. Siamo riusciti e centrarlo, ora dobbiamo dimostrare di poter essere vicini anche ai migliori club d’Europa» ha spiegato l’allenatore alla vigilia. Anche il derby per una sera può aspettare: e comunque il miglior modo per avvicinarsi alla sfida con l’Inter resta una vittoria europea.

Esperienza e gol L’alleato d’attacco di Pioli stasera sarà Olivier Giroud: ha l’autorevolezza per trascinare gli altri giovani Diavoli. Campione d’Europa in carica con il Chelsea, porta in dote esperienza e gol. Esattamente 47 partite (44 nella fase eliminatoria, tre nelle qualificazioni) e 19 gol totali: nel Milan dei grandi numeri, punta a festeggiare il ventesimo. A San Siro da titolare è spietato: tre volte dall’inizio (con Cagliari, Verona e Torino), quattro gol. In Champions, nello stadio di casa, è solo subentrato contro l’Atletico.

Proprio contro Simeone l’ultimo gol internazionale, ma da centravanti del Chelsea: era il 23 febbraio scorso. Gol decisivo nell’andata degli ottavi, uno slancio utile a proseguire il cammino verso la finalissima. L’ultima volta che il francese colpì nei gironi fu invece a inizio dicembre 2020, con un’impresa riuscita a pochissimi: un poker di gol al Siviglia. Pioli lo lancia dal primo ragionando sulla staffetta con Ibra, e a che punto della partita realizzarla: nel derby si procederà all’inverso.

Con il 9 Pioli ritrova anche il 10: sulla trequarti torna Brahim Diaz dopo l’assenza per Covid. Manca dal tre ottobre contro l’Atalanta. Tra i giovani probabile maglia anche per Tonali e Leao, in ballottaggio con Krunic considerato il super uso delle scorse settimane: il portoghese, secondo i dati del CIES Football Observatory su trentatré campionati nazionali, è tra i primissimi giocatori dei tornei importanti ad avere avuto più successo nel dribbling.

Tutto in una notte «Le squadre con grande mentalità sanno cogliere l’opportunità. Sanno capire il momento, quindi mi aspetto una prestazione convincente» aggiunge Pioli a Milan tv L’opportunità di Champions, dopo la fatica della rincorsa, non può essere sprecata. «E’ la nostra ultima possibilità» ripete Calabria, capitano rossonero. «La Champions è la competizione dei dettagli, finora ce ne sono stati a nostro sfavore.

Questo ha portato alla classifica che abbiamo, ci dispiace perché meritiamo di più, ma dovremo farlo vedere in campo, dovremo dare tutto quello che abbiamo». La via per l’Europa passa da qui, proseguirà in direzione Madrid (il 24 del mese il Milan sarà ricevuto dall’Atletico) e tornerà a San Siro il 7 dicembre, ospite il Liverpool. Ma senza una vittoria stasera, la strada sarà di fatto già interrotta.

Ultima chiamata a San Siro per restare nell’Europa dei piani alti, quella della Champions League: il Milan lo sa e si prepara a una notte da leoni alla Scala del calcio, contando sull’apporto di 50 mila tifosi. Del resto la classifica parla chiaro: zero punti in tre partite, non c’è più margine di errore. Stefano Pioli cerca di allentare la pressione, anche se la posta in palio è altissima: dopo la vittoria sulla Roma, il Diavolo arriva al primo bivio della stagione con due incontri ravvicinati fondamentali, prima il Porto stasera e poi domenica il derby con l’Inter; Ma adesso c’è solo la Champions nelle teste dei rossoneri: il confronto è complicato, però l’obiettivo è ribaltare l’esito del match di andata e continuare a inseguire la possibilità di acciuffare un biglietto per gli ottavi, magari con l’aiuto del Liverpool contro l’Atletico Madrid. In campo alle ore 18.45 per confermare anche in Europa gli ottimi segnali arrivati dal campionato, condotto dai rossoneri in testa a braccetto con il Napoli (ma con il calendario finora più complicato).

Pioli detta la linea, specificando che quello di oggi pomeriggio sarà un duello complicato, in cui servirà il miglior Milan della stagione: «Il Porto è forte. Non so con quale tipo di atteggiamento i portoghesi arriveranno a San Siro, ma si tratta di una squadra sicuramente aggressiva, che sa stare bene in campo e che dispone di giocatori offensivi di grande qualità. Dovremo essere lucidi e precisi tecnicamente». Già durante il match di andata il Porto aveva dimostrato di saper far male al Milan e Pioli spiega quale sia la chiave per cercare, stavolta, di ottenere un risultato diverso: «Nell’altra partita il Porto aveva giocato meglio di noi: ci siamo mossi male e non siamo riusciti a superare la loro pressione. Stavolta dovremo fare tesoro di quanto successo all’andata e migliorare: sappiamo cosa fare. Nella precedente partita il Porto ha interpretato la sfida come ci aspettavamo: loro sono stati aggressivi, ma non così tanto da non pennellerei di giocare. E in quello abbiamo sbagliato».

La fiducia di Pioli nei suoi giocatori è sconfinata e ampiamente giustificata dalla crescita esponenziale della squadra negli ultimi due anni: tutti sanno cosa fare e come farlo. E anche quando: gioco annonico e organico, aggressività e personalità sono aspetti in cui il Milan primeggia in Italia, in attesa di raccogliere i frutti del lavoro anche in Champions League. Serve anche un po’ di fortuna, oltre alla spinta del popolo rossonero: « I nostri tifosi ci danno sempre grande sostegno. Purtroppo in Champions League non abbiamo regalato al nostro pubblico quello che si merita, ma abbiamo una possibilità importante per rifarci.

Mi aspetto tanto dalla mia squadra, questo con il Porto è un crocevia importante». E il rischio che il pensiero vada già al derby contro l’Inter non sfiora minimamente Pioli: «No, noi dobbiamo pensare solo alla partita di Coppa contro il Porto, vogliamo chiudere la striscia di risultati negativi, anche perché onestamente non meritiamo di avere zero punti in classifica in Champions League. Dobbiamo concentrarci solo su questa gara, poi penseremo al derby di domenica a tempo debito». Sulle scelte di formazione ovviamente il tecnico rossonero non si è sbilanciato più di tanto: «Deciderò dopo la rifinitura», anche se le idee sembrano piuttosto chiare, con Giroud titolare pronto a una nuova staffetta con Ibrahimovic. E con il ritorno di Brahim Diaz tra le linee per dare imprevedibilità alla fase di attacco.

Qualche ballottaggio in altri ruoli, ma anche alcune certezze come Theo Hemandez, che dovrà saltare il derby per squalifica dopo l’espulsione a Roma e che quindi sarà regolarmente sulla corsia mancina rossonera questo pomeriggio.

Tornando alla sfida di domenica scorsa all’olimpico, conclusa con il successo sui giallorossi, Pioli ha voluto spegnere in partenza ogni tipo di polemica legata all’arbitraggio: « Il Milan ha vinto a Roma perché ha giocato meglio degli avversari – ha tagliato corto l’allenatore del Diavolo – così come in casa del Porto abbiamo perso perché il Porto ha giocato meglio di noi. Io penso a questo, non ad altre situazioni che sono fuori dal mio controllo.

Cosa pensano all’esterno del Milan ci preoccupa poco, onestamente. Noi dobbiamo rimanere concentrati al cento per cento su quello che stiamo facendo adesso. Ripeto: non meritiamo la quota zero punti in classifica e a san Siro abbiamo l’opportunità di dimostrarlo, sul campo. Il Porto è forte, è una squadra molto esperta e con qualità importanti: non sarà facile, dovremo giocare ai nostri livelli. E soprattutto dovremo stare attenti a tutti i detta-gli».

Si parla tanto dei singoli, dei campioni: come Ibrahimovic. Ma si parla decisamente meno del futuro di Pioli: a evidenziarne i meriti era stato Paolo Maldini, proprio a pochi minuti dal confronto di campionato con la Roma, dicendo che «Pioli è un valore aggiunto, il vero segreto della crescita della squadra». E il tecnico ha ringraziato per la stima, in attesa di definire le questioni contrattuali: «Quando il tuo lavoro viene riconosciuto fa molto piacere. Sono molto felice del rapporto che ho con i dirigenti. Siamo tutti convinti di poter fare bene insieme». L’umiltà poi viene fuori nel momento in cui viene azzardato un paragone con Pep Guardiola: «Lui per me -chiosa Pioli – è il miglior allenatore al mondo, soprattutto per come migliora i giocatori. Io ho cercato di prendere esempio da tutti per migliorare e crescere. Ed è quello che continuerò a fare».

In panchina per 90 minuti contro la Roma, questa sera toccherà nuovamente a Brahim Diaz cercare di accendere la luce nella manovra offensiva del Milan. Il numero 10 rossonero si è ristabilito dalla positività al Covid e sembrava che potesse giocare dall’inizio anche all’olimpico, ma Pioli gli ha preferito Rade Krunic e non gli ha potuto nemmeno dare minuti nel finale di gaia, visto che il Milan è rimasto in 10 uomini per la contestata espulsione di Theo Hernandez e relativo assalto all’arma bianca della Roma a caccia di una mini rimonta che si è fermata sul corpo di Simon Kjaer e sulle mani di Ciprian Tatarusanu. Adesso, con ulteriori allenamenti sulle gambe, Pioli lo riporta – giustamente – nel vivo del gioco per cercare di trovare le armi giuste per l’ultimo assalto alle chance di qualificazione alla fase a eliminazione diretta della Cham-pions League.

Serviranno le sue idee, le sue genialate, le sue giocate tra gli spazi per innescare Olivier Giroud e il resto dei compagni del plotone offensivo, ma una cosa è certa: nelle ultime partite, seppur vittoriose in campionato, la sua assenza si è fatta sentire eccome per lo sviluppo del gioco. Perché Brahim Diaz è un giocatore unico nel suo genere all’interno della rosa milanista e non solo. È un calciatore che sa rompere le linee avversarie, che quando punta l’uomo sa sempre come far male a chi lo contrasta. Rispetto a un anno fa, è un giocatore caratterizzante, che sa imporre il suo timbro sulla stesura della trama della partita. I compagni sanno sempre che, con lui in campo, possono venir fuori delle letture importanti e non codificate per gli avversari. Brahim si trova ampiamente a suo agio in questo ruolo di leader. Era quello che voleva questa estate, oltre alla maglia numero 10, e ha capito che qui al Milan può essere ciò che avrebbe voluto essere al Real Madrid, ovvero un calciatore centrale. In rossonero è una delle colonne della risalita milanista al top in Italia ed è stato tra i migliori in campo contro Liverpool e Atletico Madrid. Nella partita d’andata a Porto, la sua assenza si è sentita enormemente e lui ha sofferto molto davanti alla televisione nel guardare quella partita e quelle di campionato nelle quali non ha potuto presenziare. Ma adesso c’è e vuole tornare protagonista, inventando cose che gli altri non possono inventare dalla trequarti in su. PAROLE

Davide Calabria è un punto fermo di questo Milan nonché uno dei capitani della squadra, il terzino rossonero è intervenuto in conferenza stampa per presentare la partita e durante la stessa ha voluto mettere a tacere le polemiche scaturite dopo Roma-Milan a causa detta dilezione di Maresca: «Ci saranno sempre questi episodi nel calcio, anche gli arbitri possono sbagliare. Non sono d’accordo che questi episodi abbiano avvantaggiato la Roma perché abbiamo dimostrato di essere più forti sul campo e anche la Roma lo ha detto. Dobbiamo essere più forti anche di questo». Successivamente, ha parlato in maniera molto netta della situazione di classifica del Milan nel girone di Champions League: «Penso che ci siano stati episodi che hanno portato ad avere questa classifica. Non meritiamo questa classifica ma è così.

Ci sono potenzialità per fare bene. In campionato è merito del lavoro di tutti i gioirà e del fatto che crediamo nelle nostre capacità. In Champions dobbiamo fare di più e proveremo a dimostrarlo» per poi aggiungere: « Io la Champions la chiamo la competizione dei dettagli, ce ne sono stati alcuni a nostro sfavore. Questo ha portato a fare sì che abbiamo questa classifica, ci dispiace perché meritiamo di più. C’è poco da dire, dobbiamo fare meglio rispetto all’ultima sfida, penso sia stato l’unico passo falso ma abbiamo fatto un glande girone». A livello di formazione, rispetto a Roma, out Kjaer, Kessie, Krunice Ibrahimovice dentro Romagnoli, Tonali, Brahim Diaz e Giroud.


Lascia un commento

Exit mobile version