È la madre di Pietro Caputo a scoprire il drammatico scambio di persona
I soccorritori si precipitano nella stanza, in tutta fretta: uno dei due ragazzi respira ancora, devono salvarlo a tutti i costi. Nel caos, si scambiano accidentalmente le identità. Accanto al ragazzo senza vita sul comodino, dei fogli riportano un nome e un cognome: Pietro Caputo.
E così, in quei momenti concitati, il pubblico ministero apre un fascicolo per omicidio e lesione colpose. Ma non finisce qui: anche se il medico legale è convinto che il monossido di carbonio ucciso Pietro Caputo e reso incosciente Francesco Mazzacane, decidi comunque di visitare la scena del crimine.
Quando la madre di Pietro, di Torre Annunziata, identifica il cadavere all’obitorio, capisce che non si tratta di suo figlio. Francesco è morto. Pietro è gravemente malato, ma vivo. È stato travolto dalle sostanze chimiche a Novegro.
La ricerca di una vita migliore dalla Campania a Milano
I due giovani fidanzati erano lì per intraprendere una nuova avventura. Francesco aveva già trovato lavoro a Milano come dipendente Esselunga. Pietro era lì per fare alcuni colloqui, ma era anche in attesa di un’opportunità per raggiungere Francesco a Milano.