”Mi umilia, ma lo amo”. La compagna di 40 anni lasciata morire di polmonite. Un dramma di violenza e manipolazione


Una storia di amore tossico e violenza si trasforma in una tragedia a Roma. Fausto Chiantera, il compagno di una donna di 40 anni, è accusato di omicidio volontario aggravato. Secondo la Procura di Roma, il vortice di abusi e maltrattamenti da parte di Chiantera ha portato alla morte della vittima. Nel corso del processo, la madre della vittima ha testimoniato, ripercorrendo gli inutili tentativi di liberare sua figlia da quella relazione tossica che si è rivelata fatale.


Un diario di soprusi

Durante la testimonianza della madre, è emerso che la figlia aveva tenuto un diario in cui annotava gli abusi subiti. Questo diario è stato ritrovato dai genitori dopo la sua morte. Leggendo il diario in aula, la madre ha raccontato di percosse, istigazioni al suicidio, ricatti e stalking. La vittima era intrappolata in un vortice di violenza in cui Chiantera controllava ogni aspetto della sua vita. Nonostante ciò, la vittima tornò a vivere con lui, spinta dalla manipolazione emotiva e dalla paura.

Il tragico epilogo

La madre ha raccontato gli ultimi mesi di vita della figlia, segnati dalla violenza e dalla paura. La vittima fu portata in ospedale a seguito dell’assunzione di droghe, ma rifiutò il ricovero. Successivamente, decise di denunciare Chiantera, ma il suo ex compagno la manipolò a tal punto da farle ritirare la denuncia. La madre ha ricordato l’ultima volta che vide sua figlia, poco prima della sua morte. Nonostante fosse visibilmente provata, la madre era felice di rivedere sua figlia, ignara di ciò che l’aspettava.

La morte e l’accusa

Il 18 gennaio del 2022, Chiantera organizzò una festa a base di droghe per celebrare il compleanno della vittima. Tuttavia, la donna iniziò a sentirsi male. Chiantera la mise a testa in giù sotto la doccia, spogliandola e mettendo i suoi vestiti in lavatrice. La lasciò in uno stato di incoscienza e agonia per giorni, fino alla sua morte per una grave polmonite. Secondo l’accusa, se Chiantera avesse avvisato tempestivamente i soccorsi, la vittima avrebbe potuto essere salvata.

Questa tragica storia di violenza domestica e manipolazione ha lasciato una famiglia distrutta e una giovane donna senza possibilità di un futuro. È importante sensibilizzare l’opinione pubblica sulle dinamiche delle relazioni tossiche e sulla necessità di intervenire tempestivamente per proteggere le vittime. Speriamo che questa tragedia porti a una maggiore consapevolezza e a unamigliore prevenzione di situazioni simili in futuro. Nessuno dovrebbe mai vivere nell’ombra della paura e della violenza.


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