Dieta, dimagrire subito 4 Kg disintossicando il colon



La linea non dipende più solo da ciò che mangiamo ma da come i cibi che ingeriamo vengono lavorati e assimilati dai nostri batteri intestinali. Fino a una decina di anni fa questa frase sarebbe potuta suonare come folle: sebbene sia noto da più di cent’anni che i batteri vivono nel nostro intestino formando il cosiddetto “microbiota”, abbiamo sempre pensato che biota”, interferissero poco con il nostro organismo (men che meno con la linea). Tuttavia, negli ultimi anni sono stai fatti passi da gigante nella comprensione di questo mini-mondo popolato da miliardi di microrganismi.



I risultati ottenuti sono sorprendenti e indicano come i batteri che colonizzano l’intestino siano in grado di produrre sostanze che vengono riversate nel nostro circolo sanguigno, influenzando lo stato di salute e la linea. Per esempio, numerosi studi confermano il nesso fra infiammazione intestinale e sovrappeso: un intestino irritato, che lavora male, non espelle le tossine ingrassanti e ci fa assimilare più del dovuto i cibi che introduciamo, col risultato che pur mangiando poco si ingrassa lo stesso. Per fortuna è possibile risanare la flora batterica intestinale ripopolandola di batteri “snellenti”, grazie a un’alimentazione varia, sana e a base di ingredienti semplici e naturali. E poi per ottimizzare gli effetti della dieta devi ricorrere ai probiotici, i batteri “buoni” che insieme alle fibre giuste (i prebiotici) ti aiutano a smaltire più in fretta i chili accumulati su pancia e fianchi e ti permettono di non riprenderli più.

Una delle scoperte più recenti, in materia di sovrappeso, riguarda la presenza nell’intestino di batteri “buoni” che, se l’intestino è pulito, sano e in equilibrio, possono farci dimagrire. Analizzando la composizione della flora intestinale, infatti, è emerso chiaramente come la popolazione batterica che si trova nell’intestino delle persone in sovrappeso sia differente da quella che invece caratterizza le persone normopeso. I ricercatori della facoltà di farmacia biomedica presso l’università del Belgio hanno compreso che nella flora batterica intestinale delle persone sovrappeso c’è una prevalenza di batteri “accumulatori” detti Firmicuti. Questi hanno due caratteristiche che portano al sovrappeso: stimolano la produzione di un enzima, la lipoprotein-lipasi, che favorisce l’accumulo di grasso viscerale, e aumentano l’assorbimento dei nutrienti nel tratto intestinale.

Un organo davvero straordinario L’intestino è un meraviglioso prodotto di ingegneria che contiene al suo interno (per la precisione sulle pareti) un altro organo di cui solo recentemente si stanno scoprendo e studiando le incredibili potenzialità per la salute e il dimagrimento. Stiamo parlando del microbiota, composto da migliaia di comunità microbiche e miliardi di cellule batteriche.

Una massa che da sola pesa poco meno di due chili (cioè quasi quanto il fegato!), incaricata di filtrare e assimilare le oltre sessanta tonnellate di cibo che ingeriamo nella nostra vita. Nell’intestino convivono batteri buoni, cattivi e neutri in un pacifico equilibrio (come spieghiamo meglio nella pagina a destra). Quando questo equilibrio si rompe, però si genera una condizione di disbiosi, in cui il numero di batteri benefici si riduce a vantaggio di quelli dannosi. È questo il terreno fertile per l’infiammazione e quindi il sovrappeso. Regola il peso corporeo «Possiamo pensare al microbiota come a una foresta piccola ma incredibilmente complessa, pulsante della vita di centinaia di specie diverse che coesistono o competono fra loro.

Per molto tempo abbiamo pensato che svolgessero un’unica funzione ovvero proteggere l’intestino dagli invasori, oggi sappiamo che il microbiota fa molto di più», afferma Michael Mosley autore del libro “La dieta del microbioma”. Il microbiota regola il peso corporeo e anche l’efficienza del metabolismo, decidendo quanta energia può estrarre il nostro corpo dal cibo che mangiamo. Inoltre ha un ruolo decisivo nel determinare l’assimilazione di zuccheri e grassi. E trasforma parti di cibo che l’organismo non è riuscito a digerire in ormoni o altre sostanze che comunicano direttamente con il cervello, condizionando per esempio il nostro senso di sazietà.



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