Signor Gere, lei è di casa qui in Italia. Che ricordo ha della sua prima volta nel nostro Paese?
«E stato bellissimo. Ero ancora agli inizi della mia carriera e il mio agente era un italo-americano di Westchester, si chiamava Eddy Limato. Mi disse che dovevo assolutamente conoscere il grande Franco Zeffirelli: così siamo andati a trovarlo a Positano, un luogo incredibilmente romantico. Era fine estate e ricordo la baia piena di barche, dove tante donne vestite di bianco sorseggiavano champagne…».
«La meditazione mi aiuta molto»
A proposito di Positano, è il luogo che ha fatto da cornice anche all’incontro con sua moglie Alejandra…
«Sì! Cinque anni fa, nello stesso posto e nella stessa baia, vedo una donna bellissima: colei che sarebbe diventata mia moglie. Lo ha voluto il destino. Anche per questo sono così legato all’Italia».
Parlando invece del suo Paese, come vede il futuro politico negli Stati Uniti e nel mondo?
«Sono fiducioso e attendo: prima o poi arriverà un altro presidente al posto di Donald Trump, un sociopatico che non è sensibile al dolore degli altri. Non provare empatia è il peccato più grave del mondo. Dobbiamo tutti cercare dentro di noi la generosità necessaria ad aiutare i più deboli».
Come affronta questo momento tanto buio?
«Ho avuto l’onore di avere come maestro il grande Dalai Lama, che mi ha insegnato a meditare ogni giorno. Lo faccio dacinquant’anni e mi aiuta moltissimo a controllare l’ansia, la rabbia e la depressione. Alzi la mano chi non ha mai affrontato questo -tipo di problemi! Io li ho sperimentati tutti. Meditare mi dà la forza per superarli».