Arianna Ciampoli a casa, ha una collezione di tisane: una per ogni esigenza



Arianna Ciampoli, 51 anni, è un’autrice, conduttrice televisiva e radiofonica molto apprezzata in Italia. Ha iniziato la sua carriera nelle televisioni locali per poi passare alla Rai di Roma. È anche una figura nota a Tv2000, l’emittente dei vescovi italiani. I suoi obiettivi sono chiari ed è la protagonista del numero di questo mese della nostra rivista. Con spirito gioioso, proclama “Buon compleanno, BenEssere!” mentre spegne le dieci candeline sulla nostra torta. Arianna ha al suo attivo diversi programmi televisivi.



La mia carriera è iniziata con l’aiuto della mia amica Valeria. Lei stava guardando un programma su Telemontecarlo (ora La7) e vide un annuncio per una giovane donna tra i 18 e i 25 anni con una buona dizione. Valeria mi incoraggiò a candidarmi, anche se all’epoca lavoravo in una radio di Pescara e la prospettiva mi sembrava troppo grande. Dopo qualche giorno, chiamai e riuscii a partecipare a un’audizione a Roma. All’epoca avevo 21 anni.

La passione per la televisione l’ho avuta fin da bambino. Usavo un cucchiaio come microfono per intervistare mio cugino e allora ho capito che quello era il mio sogno. Quando ho iniziato a perseguirlo, mi sono sentita a mio agio in questo mondo. Una delle mie esperienze più memorabili è stata un’audizione per la Zecchino Band su Rai Uno. È stata un’esperienza molto positiva e stimolante.

Ho capito il potere della narrazione attraverso vari mezzi come libri, canzoni, giochi e film. Ho avuto anche molte esperienze uniche con la televisione, come provini e trasmissioni che non solo sono state piacevoli, ma hanno anche avuto un impatto duraturo su di me, facendomi crescere, mettere in discussione e anche essere salvato in qualche modo. Quando mi chiedono della mia infanzia, la descrivo come complessa a causa dell’irrequietezza della mia famiglia, ma ho avuto la fortuna di avere un’adolescenza meravigliosa circondata da amici che continuano a essere i pilastri della mia vita oggi.

Concentrandoci sul tempo e sulla distanza percorsa, siamo riusciti a non perderci. La sensazione professionale più significativa che ho provato è stata quando ho fatto la mia prima trasmissione in diretta. Prima ho comunicato alla truccatrice e agli autori che mi sentivo in lacrime. Non appena è iniziata la sigla, ho iniziato a piangere. Carla Urban, la conduttrice del programma Tv donna, mi ha dimostrato grande gentilezza e ha avuto un sorriso dolce sul viso che ricordo ancora.

Ho avuto il privilegio di ospitare l’incontro del Papa con i giovani a Loreto, EurHope, accanto a Giovanni Paolo II. È stata un’esperienza molto toccante, con la valle piena di giovani e di legami con Sarajevo. Avevo poco più di vent’anni e sono stata sopraffatta dall’emozione fino a scoppiare in lacrime. Ho avuto anche l’onore di ospitare Cominciamo bene estate su Rai Tre, che avevo seguito e di cui ero entusiasta di far parte, e ancora rido ripensandoci. Ho avuto la fortuna di provare molte emozioni diverse, ognuna con il suo nome e il suo volto, e sono grata per ognuna di esse.

Come conduttrice, moglie e madre, mi trovo spesso a gestire un difficile equilibrio. Tuttavia, ritengo che i padri lavoratori debbano avere le stesse aspettative delle madri. In definitiva, spetta a mio marito giudicare il mio comportamento come moglie e a mia figlia Angelica, che ora ha 17 anni, rispondere alla stessa domanda sul mio essere madre. Fortunatamente, il mio lavoro, con i suoi orari flessibili, mi ha permesso di organizzarmi in modo tale da poter portare mia figlia con me al lavoro quando aveva 9 mesi.

Come genitore, ho dovuto destreggiarmi tra molti compiti per essere presente a tutte le attività dei miei figli. Di recente, stavo discutendo con Angie del fatto che ero riuscita a partecipare a tutte le sue recite. Questo è stato in parte dovuto all’assistenza di coloro che hanno collaborato con me. In un’occasione, il regista è persino venuto a prendermi a scuola con un motorino per permettermi di partecipare a un evento scolastico. L’adolescenza è un periodo difficile sia per i genitori che per i figli.

Come madre di una figlia diciassettenne, conosco bene le lamentele di chi si sente troppo protettivo o controlla troppo spesso. Sono consapevole di essere troppo attenta e di cercare spesso di anticipare i suoi bisogni. È vero, forse sono un po’ troppo. Attualmente stiamo attraversando un periodo di crisi in famiglia, quindi qual è il modo migliore per rimanere in contatto? Ho imparato che la qualità del tempo si ottiene solo con la quantità. Abbiamo bisogno di tempo per stare bene, per aprirci e per condividere più profondamente.

Il dialogo è una componente essenziale della comunicazione e lo apprezzo molto. Può essere difficile trovare un terreno comune con qualcuno, ma quando lo si raggiunge è un’esperienza gratificante. È come una sorta di magia, perché bisogna essere in sintonia con l’altra persona perché abbia successo. Spesso si tratta di una sfida.

Osservando molte famiglie felici, spesso mi commuovo di fronte a certi momenti. Per esempio, quando le coppie e le famiglie condividono ancora una risata dopo molto tempo, significa che il loro rapporto è ancora forte e vibrante. È un’impresa ammirevole e notevole, che trovo davvero straordinaria. Quali sono i suoi valori fondamentali? La libertà.

Sforzarsi di essere autonomi. Astenersi da preconcetti, ansie e pregiudizi. Riconoscere e rispettare coloro che possono non essere simili a me. Dimostrare compassione. Oppormi intrinsecamente a ciò che percepisco come ingiusto. Amare il cameratismo. Mantenere la curiosità. Rimanere entusiasta delle mie attività e delle persone che mi circondano. Sforzarmi di essere soddisfatto.

E poi la gratitudine, sempre più necessaria nella vita per non dare nulla per scontato». Che cosa ami fare nel tempo libero? «Ascoltare musica, nella mia vita è sempre stata di sottofondo in ogni momento e riempie le mie giornate.

Guardo inoltre diverse serie televisive e vado al cinema, chiacchiero con i miei amici, anche se a volte soltanto per telefono. E poi mi piace leggere, spazio tra i generi, dai classici ai saggi, amo gironzolare per le librerie, sono luoghi che mi fanno bene».

E dal punto di vista fisico, come ti curi? «Le tisane non mancano mai a casa mia, mi aiutano per mille piccoli problemi. Se poi sto male, spazio dai prodotti erboristici a quelli di farmacia. Uso la propoli per un leggero mal di gola, ma non escludo i farmaci quando occorrono». Fai sport? «Non l’ho mai fatto in vita mia, sono molto pigra! Tuttavia, è il mio buon proposito di ogni anno.

Mi piace però tantissimo passeggiare, ad esempio sul lungomare della mia città, percorrere chilometri sulla riviera adriatica infinita, in estate sulla sabbia calda. Per me sono momenti rigeneranti». Dolce o salato? «Tutti e due! Se mi fanno le analisi, trovano che nelle vene scorre crema alla nocciola. Però amo anche pizzette e chips, le finisco in pochissimo tempo. Spesso, nel pomeriggio acquisto per merenda bignè con la crema». Un tuo pregio e un tuo difetto… «A parte la pigrizia, sono un po’ pesante, a volte mi annoio di me stessa… il pregio invece è la capacità di ascolto e di apertura all’altro».

Quanto conta la preghiera nella tua vita? «C’è una frase che amo di Ivano Fossati, che nella canzone Di tanto amore canta: “Avrei bisogno stasera più che d’altro di una preghiera”. È una espressione che mi appartiene: mi sorprendo a volte ad aver bisogno di preghiera, anche senza accorgermene, anche fuori dai momenti canonici». Il tuo ricordo più bello… «Angelica. Quando è entrata nella mia vita e tutte le volte (milioni) in cui mi si è addormentata addosso.

Ricordo indelebile e potentissimo ». Sogni e progetti? «Tanti! Intanto, spero di continuare a svolgere il mio lavoro, che amo e che continua a divertirmi: vorrei creare, raccontare e regalare leggerezza, io che sono pesante»! Festeggiamo il compleanno di BenEssere: da protagonista della comunicazione, quanto secondo te è importante parlare di salute in maniera olistica, come facciamo noi? «Per me è proprio questa la chiave: educarci a essere considerati non a pezzi, ma nella nostra interezza.

Non siamo a fette, ma tutti interi. A me fa bene quello che fate…». Un augurio ai nostri lettori… «Lo stesso che faccio a me: di essere persone libere. Che la parola BenEssere, con la E maiuscola, sia sempre più piena di senso, di slanci. C’è sempre una possibilità, un’opportunità che il nostro “essere” sia pieno di entusiasmi, di non rassegnazione».



Lascia un commento