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Meloni stronca Francesca Albanese (senza citarla) dopo le sue parole sulle “zecche violente”



È molto grave che, di fronte a un episodio di violenza contro una redazione giornalistica, qualcuno arrivi a suggerire che la responsabilità sia – anche solo in parte – della stampa stessa.
La violenza non si giustifica.
Non si minimizza.
Non si capovolge.
Chiunque cerchi di riscrivere la realtà per attenuare la gravità di quanto accaduto compie un errore pericoloso.
La libertà di stampa è un pilastro della nostra democrazia e va difesa sempre, senza ambiguità.

“Le parole di Francesca Albanese sono pericolose e penose”



La federazione nazionale della stampa condanna il vergognoso comizietto dell’attivista pro-palestina (ha detto che l’attacco alla redazione della “stampa” deve essere un “monito”): “fanno pensare più a una minaccia che alla solidarietà
Per dimostrare la malafede dell’intervento, basta questa frase: “oggi sfogliavo i giornali e non si parlava di quello che è successo a genova”.
Ma quali ha sfogliato, se ieri la stragrande maggioranza non era in edicola causa sciopero?

Forse manco li apre, i giornali, come i pischelli che la idolatrano: si sarebbero accorti che “La Stampa”, accusata di “complicità” con il “genocidio”, è uno dei più schierati con la causa palestinese (ci scrivono Rula Jebreal e Francesca Mannocchi, che da due anni racconta insistentemente le violenze dei coloni in Cisgiordania).



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