Ornella Vanoni storia d’amore con Gino Paoli



Per molti anni Gino Paoli ha portato al dito tre fedi nuziali, che rappresentavano i suoi tre grandi amori. Ora però ne porta solo una, perché la moglie Paola è con lui da 50 anni ed è il suo più grande amore.
In un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, il cantautore, che attualmente sta affrontando gli effetti della pandemia Covid-19, ha espresso il suo stupore per come la moglie gli sia rimasta accanto nonostante la situazione. Paoli ha sposato Paola Penzo nel 1991 e insieme hanno avuto tre figli. Nel 1964 ha avuto una figlia, Amanda, da Stefania Sandrelli.



Domani uscirà il film documentario di Elisa Fuksas, Senza Fine, incentrato sull’iconica cantante italiana Ornella Vanoni. Paoli, stimato cantante e autore italiano, ha commentato che “con l’avanzare dell’età, Ornella ha sentito il bisogno di parlare e condividere storie che sarebbe stato meglio non dire”.

È nato a Monfalcone nel 1934 ed è cresciuto a Genova. Ha creato opere d’arte iconiche che hanno definito un’epoca epocale della canzone d’autore. La celebre Il cielo in una stanza, una delle sue canzoni più famose, è la rappresentazione di un momento intimo, ispirato da un incontro con una prostituta in un bordello di Genova.

Mahmood e Blanco sono stati celebrati all’ultimo Festival di Sanremo (poi vinto dal duo) durante la serata delle cover. “Ho composto Il cielo in una stanza per una giovane donna del bordello Il Castagna di Genova.

Perché è così controverso esprimere il proprio affetto per una prostituta? Per me il rapporto sessuale è simile a un’offerta spirituale, che trasporta in un regno alternativo. Senza amore, è semplicemente un atto fisico di cui si gode brevemente. Inoltre, non è forse vero che la trasgressione può aggiungere un certo sapore all’esperienza? È già stato detto che il sesso può essere una risposta a un obbligo e può aumentare il piacere.

Paoli ha espresso ammirazione per l’esibizione dei due cantanti a Sanremo, notando che “hanno rispettato la canzone, immergendola nel loro mondo senza comprometterne l’integrità”. Dall’11 luglio vive con un proiettile nel pericardio, residuo di un tentativo di suicidio fallito.

Inizialmente il bip del metal detector era fastidioso, ma da allora ha smesso di suonare, probabilmente a causa della ruggine. Non tornerà dall’amico Beppe Grillo per suggerirgli di impegnarsi in politica come fece alla fine degli anni ’80 quando ricoprì la carica di deputato indipendente per il Partito Comunista Italiano.



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