Il concerto di Valery Gergiev, celebre direttore d’orchestra russo, previsto per il 27 luglio presso la Reggia di Caserta, ha generato una polemica che ha superato i confini regionali, diventando un caso nazionale. L’evento, parte della rassegna “Un’Estate da Re” finanziata dalla Regione Campania, è stato criticato da diverse figure politiche e sociali per i legami di Gergiev con il presidente russo Vladimir Putin, soprattutto alla luce del conflitto in Ucraina.
Valery Gergiev, 72 anni, è noto per la sua straordinaria carriera musicale e per il suo ruolo come direttore artistico del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Tuttavia, il suo rapporto di vicinanza con Putin è stato oggetto di contestazioni. L’amicizia tra i due è stata più volte confermata negli anni, e Gergiev non ha mai preso le distanze dalle politiche del leader russo, nemmeno dopo l’invasione dell’Ucraina. Nel 2016, Putin gli ha conferito una medaglia al Cremlino, rafforzando l’immagine di un legame stretto tra i due.
La polemica è stata ulteriormente alimentata da una lettera inviata al quotidiano “la Repubblica” da Julija Navalnaja, vedova del dissidente russo Alexei Navalny, morto misteriosamente in carcere nel 2024. Nella lettera, Navalnaja ha definito Gergiev “non solo un amico e sostenitore, ma un complice della politica criminale di Putin”. Pur riconoscendo il talento artistico del direttore d’orchestra, la donna ha sottolineato come “i grandi maestri possano mettere il loro prestigio al servizio dei regimi più crudeli”.
La questione non ha tardato a coinvolgere la politica italiana. Il presidente uscente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, si è trovato al centro delle critiche per aver autorizzato e finanziato l’evento. De Luca, esponente del Partito Democratico ma spesso in contrasto con il suo stesso partito, ha difeso la scelta con forza. “Abbiamo accolto migliaia di profughi ucraini. Non accettiamo logiche di preclusione o interruzione del dialogo, che alimentano solo odio”, ha dichiarato. Inoltre, ha aggiunto: “Trovo ipocrita chi tace sui massacri a Gaza per indignarsi adesso”.
Le dichiarazioni di De Luca hanno diviso ulteriormente l’opinione pubblica e politica. Alcuni membri del Partito Democratico, come la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno e il senatore Filippo Sensi, hanno espresso il loro dissenso chiedendo la cancellazione del concerto. “Gergiev è l’ambasciatore del putinismo”, ha affermato la segretaria di Noi Moderati Mara Carfagna, mentre il leader di Azione Carlo Calenda ha sottolineato: “Nessun boicottaggio culturale in generale, ma chi fiancheggia un dittatore non deve avere spazio pubblico in Italia”.
Non è la prima volta che la Regione Campania si trova al centro di polemiche legate alla Russia. In passato, il caso dei murales dello street artist napoletano Jorit aveva sollevato discussioni simili. Le opere dell’artista, in parte finanziate con fondi regionali, erano state criticate dopo che Jorit si era fatto fotografare insieme a Putin a Sochi.
Il dibattito intorno al concerto di Gergiev riflette una tensione più ampia sulla gestione dei rapporti culturali con figure legate a regimi controversi. Da una parte c’è chi sostiene che l’arte debba rimanere indipendente dalla politica; dall’altra c’è chi ritiene necessario un approccio più rigoroso verso personalità che rappresentano ideologie opposte ai valori democratici.
Al momento, il concerto rimane confermato nel programma della rassegna “Un’Estate da Re”. Tuttavia, le pressioni politiche e sociali potrebbero portare a una revisione della decisione nei prossimi giorni. La vicenda solleva interrogativi sul ruolo della cultura come strumento di dialogo o come veicolo di propaganda politica.



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