La Lega scende in campo con toni forti nei confronti del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accusato di interferire sull’iter dei decreti legge. Fonti parlamentari confermano che l’irritazione è cresciuta soprattutto per il decreto Economia, con emendamenti respinti dal Quirinale, e per il decreto Sport, ritenuto privo di reale urgenza. In particolare, la Lega si oppone al veto presidenziale su norme considerate di buon senso.
Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato del Carroccio, si è sfogato ad alta voce nella stanza di lettura antistante all’aula: “Hanno fatto passare tante di quelle puttanate e ora ci bloccano questa cosa qui che è di buon senso… È impossibile lavorare così” . L’irritazione si è estesa a tutta la maggioranza di governo, con ambienti di Fratelli d’Italia che segnalano un uso della presidenza per “fare opposizione al governo” .
Anche il senatore Claudio Borghi, membro della commissione Bilancio, ha duramente criticato il ruolo del Quirinale sul decreto legge: nel Transatlantico di Montecitorio, ha sostenuto che “i pareri sugli emendamenti li dà il governo e non il Quirinale” .
L’attenzione si concentra ora sul fine settimana, considerato cruciale per decidere il percorso del decreto Sport. Il ministro Andrea Abodi ha ribadito che il testo verrà approvato “senza modifiche”. Se la maggioranza dovesse seguire questa linea, Mattarella potrebbe decidere di non firmare il decreto e rinviarlo alle Camere. A quel punto il governo avrebbe due possibilità: recepire le osservazioni del Colle — cosa che potrebbe fare immediatamente — oppure andare avanti senza modifiche, costringendo il capo dello Stato alla firma. Ciò provocherebbe uno scontro istituzionale a Ferragosto, data la scadenza del termine per la conversione legale, fissata al 26 agosto .
Il clima è teso tra le istituzioni: la Lega sostiene che il presidente agisca fuori dalle proprie competenze, mentre l’esecutivo si prepara a una svolta decisiva nei prossimi giorni.



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