Riccardo Pozzobon, 40 anni, originario di Padova, si trovava in Alaska per una missione di ricerca scientifica sul ghiacciaio Mendenhall quando è stato travolto da un corso d’acqua di fusione glaciale. L’incidente è avvenuto mentre stava riempiendo una borraccia, secondo quanto riferito dai colleghi presenti sul posto. Nonostante il tempestivo intervento dei soccorritori, le operazioni di ricerca non hanno portato a risultati e il geologo risulta ancora disperso.
Pozzobon era impegnato nello studio dei ghiacciai per comprendere meglio le profondità ghiacciate di corpi celesti lontani, come le lune Europa ed Encelado. Il suo lavoro, che unisce geologia planetaria e ricerca spaziale, è riconosciuto a livello internazionale. Sul sito del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, viene descritto come un progetto volto a “esplorare i segreti nascosti nelle profondità ghiacciate di corpi celesti lontani”.
Secondo le testimonianze riportate dai colleghi che erano con lui al momento dell’incidente, Riccardo Pozzobon si trovava vicino a un corso d’acqua glaciale per riempire la sua borraccia quando è stato improvvisamente travolto dall’acqua. Immediatamente è stato lanciato l’allarme e sono intervenuti i soccorritori che hanno avviato le operazioni di ricerca. Tuttavia, nonostante gli sforzi prolungati per diversi giorni, il geologo non è stato ritrovato.
La notizia della sua scomparsa è stata diffusa il 4 settembre dalla Società Geologica Italiana (SGI), che ha espresso il proprio dolore attraverso un comunicato ufficiale: “Con profondo dolore vi informiamo che nel corso di una missione di ricerca sul ghiacciaio Mendenhall in Alaska è accaduto un grave incidente al nostro collega e amico Riccardo Pozzobon ed è ora disperso.”
Pozzobon era noto anche per la sua collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), dove ha lavorato come istruttore per gli astronauti. Tra i suoi allievi figura anche Luca Parmitano, astronauta italiano di fama internazionale. La sua esperienza e dedizione lo avevano reso una figura rispettata nel campo delle scienze planetarie e nella comunità scientifica globale.
La Società Geologica Italiana ha aggiunto ulteriori dettagli sull’accaduto: “Mentre riempiva la borraccia, sembra che sia stato travolto dall’acqua di fusione e sia scomparso. Le squadre di soccorso sono arrivate tempestivamente e durante l’intera giornata hanno continuato la ricerca di Riccardo, ma purtroppo, oggi hanno comunicato che le ricerche si sono concluse senza risultato.”
Il comunicato si conclude con parole di affetto e stima nei confronti del ricercatore: “È una notizia devastante e un profondo shock per tutti noi. Riccardo era un caro amico per molti, una persona meravigliosa, buona, allegra, generosa, empatica e gentile, oltre che un ricercatore appassionato che ha dato contributi significativi alle scienze planetarie.”
La scomparsa di Riccardo Pozzobon rappresenta una perdita significativa per la comunità scientifica italiana e internazionale. Oltre a essere un ricercatore stimato, era apprezzato per le sue qualità umane e il suo entusiasmo nel condividere la conoscenza con colleghi e studenti. La sua dedizione alla ricerca e il suo impegno verso l’avanzamento delle scienze planetarie rimarranno un esempio per chiunque lavori nel campo della geologia e dell’esplorazione spaziale.
Le operazioni di ricerca sul ghiacciaio Mendenhall, condotte dalle squadre di soccorso locali, sono state sospese dopo diversi giorni senza esito positivo. La famiglia e i colleghi del geologo continuano a sperare in ulteriori sviluppi, mentre la comunità scientifica si stringe attorno a loro in segno di solidarietà.
La tragica vicenda di Riccardo Pozzobon evidenzia i rischi legati alle missioni di ricerca scientifica in ambienti estremi come quelli glaciali. Questi studi, fondamentali per comprendere meglio fenomeni naturali sulla Terra e su altri corpi celesti, richiedono un livello elevato di preparazione tecnica e fisica, ma non possono eliminare completamente i pericoli associati a tali contesti.



Add comment