Alla fine, giustizia (almeno un po’) per Giacomo è arrivata. Quell’uomo che nel 2019 aveva massacrato il povero cane con 17 colpi di ascia o roncola—sì, diciassette, non uno di meno—adesso è stato condannato in via definitiva. Prima il Tribunale di Tempio Pausania nel 2023, e ora anche la Corte d’Appello di Cagliari: colpevole, punto.
Rossella Pintus, la “mamma umana” di Giacomo, non si è mai arresa. Anni di battaglie, carte bollate, dolore che non passa, ma almeno oggi può dire di aver avuto “un po’ di giustizia”. Che non ti ridà il cane, ma almeno ti fa sentire che la crudeltà non è passata inosservata.
La storia è di quelle che ti fanno arrabbiare forte. Era il 23 gennaio 2019 a Santa Teresa di Gallura: Giacomo, vecchietto, cieco, sordo, con mille problemi di salute e che a malapena riusciva a camminare, viene ucciso con una ferocia che non ci si crede. L’arma? Forse un’ascia, forse una roncola—comunque roba da film horror.
Il processo? Un’odissea. L’uomo si è difeso dicendo che era “legittima difesa”. Dai, ma chi ci crede? La Corte d’Appello Penale di Sassari ha confermato tutto: condanna piena, la scusa della legittima difesa non tiene proprio.
L’avvocata Giada Bernardi, che ha seguito Rossella in questa battaglia, non le ha certo mandate a dire: “Si è accanito sul povero cagnolino con una ferocia inaudita. Giacomo non tornerà, ma almeno un briciolo di giustizia c’è stato”. E non è solo per Giacomo, ma per tutti gli animali che finiscono vittime di certe crudeltà. Anche perché la Procura voleva l’assoluzione, eh! Alla fine, però, qualcosa sembra iniziare a cambiare: questi processi iniziano a essere presi sul serio, come dovrebbero.
Che dire, ogni tanto la giustizia ci azzecca. Ma il cuore, quello, resta comunque a pezzi.



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