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Vannacci attacca Bersani: “A me avresti dato dell’omofobo”, lui ride da ebete accanto al tizio con la maglietta contro Berlusconi



Scoppia la polemica dopo la Festa dell’Unità di Vimercate, dove una maglietta con la scritta “Frocia Italia”, ricalcata sul simbolo di Forza Italia, è stata indossata e mostrata pubblicamente, suscitando reazioni contrastanti. La presenza dell’ex segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani, che si è lasciato fotografare con sorrisi e selfie accanto ad attivisti e simpatizzanti, ha ulteriormente alimentato le critiche.



La t-shirt, nata come iniziativa satirica da parte di un gruppo di sostenitori del Brianza Pride, ha attirato l’attenzione mediatica soprattutto per il gioco di parole che, pur pensato in chiave ironica, è stato giudicato da molti come offensivo e omofobo. L’episodio si inserisce nel contesto della preparazione al Pride di Arcore, in programma il 27 settembre, a cui il collettivo Brianza Oltre l’Arcobaleno sta dando grande visibilità.

A difendere la scelta di utilizzare quel tipo di ironia è stato Oscar Innaurato, presidente dell’associazione Brianza Oltre l’Arcobaleno: “Ci fosse stato Berlusconi si sarebbe fatto una risata pure lui. A Brescia le magliette sono piaciute un sacco e in questi giorni ci stanno aiutando a promuovere l’evento del 27 settembre. Ringraziamo, anche senza conoscerli personalmente, gli amici del collettivo che ce le ha donate e che si distingue sempre con vignette satiriche, come successe quando l’allora sindaco di Monza Dario Allevi negò il patrocinio al Pride”.

Ma le reazioni critiche non si sono fatte attendere. Tra le voci più dure c’è quella del consigliere regionale di Forza Italia Jacopo Dozio, che ha condannato l’iniziativa: “Quelle magliette con la scritta Frocia Italia per il gay pride ricalcando esattamente il simbolo di Forza Italia sono davvero un grave insulto al nostro Paese e una grande mancanza di rispetto nei confronti del nostro partito. Noi siamo un partito liberale, ma non possiamo assolutamente accettare che qualcuno possa prendere il logo del nostro gruppo e storpiarlo a suo piacimento. Questa è una mera e stupida provocazione perché quest’anno la sfilata del gay pride si terrà nella città del nostro fondatore Silvio Berlusconi. Esprimo tutto il mio dissenso e disgusto”.

La vicenda ha acceso un dibattito politico più ampio. Da un lato, c’è chi difende l’iniziativa come espressione satirica e provocatoria, dall’altro chi la considera un segnale di mancanza di rispetto verso simboli politici e avversari.

Non solo la maglietta ha fatto discutere: alla Festa dell’Unità non sono mancati cartelli e manifesti satirici rivolti anche contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con riferimenti ironici alle banane. Anche in questo caso, le immagini hanno suscitato critiche e accuse di cattivo gusto da parte di oppositori politici, che hanno parlato di “volgarità” e di un clima poco rispettoso.

L’episodio ha riacceso il tema della doppia morale nel dibattito politico: secondo alcune forze del centrodestra, se simili provocazioni fossero state rivolte alla sinistra, si sarebbe levato un coro di accuse e di indignazione pubblica, mentre in questo caso – sostengono – è prevalso il silenzio o addirittura la complicità.



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