A Montemurlo, nel cuore del distretto tessile di Prato, la situazione è letteralmente scoppiata davanti ai cancelli della stireria Alba Srl. Da giorni un gruppetto di operai — soprattutto bengalesi, afghani, pakistani, insomma chi di solito si becca sempre il peggio — era lì che protestava per difendere il proprio lavoro e un minimo di dignità. E martedì 16 settembre… boom. Durante il picchetto scoppia il finimondo: scene da film che, purtroppo, sono invece la realtà.
Stando a quello che raccontano i Cobas (quei sindacalisti col vizio di stare scomodi), la prima a perdere la testa sarebbe stata proprio la titolare dell’azienda. Sì, hai capito bene: avrebbe distrutto i gazebo dei lavoratori e poi sarebbe partita di calci e pugni contro alcuni di loro. Manco il tempo di capire cosa sta succedendo, ed ecco che arriva una macchina con a bordo altri, lì apposta — a detta del sindacato — per menare gli scioperanti. Uno è rimasto a terra, pestato per bene, portato via in ambulanza. Roba che ti viene il nervoso solo a pensarci.
Le immagini pubblicate dai Cobas sono chiare come il sole: urla, magliette strappate, gente strattonata, cazzotti che volano come palline in una sala giochi. I carabinieri hanno fatto capolino, insieme al personale del 118. Pure la titolare — ironia della sorte — è finita soccorsa per un malore (chi l’avrebbe detto).
Pare la replica di una storia già vista: un anno fa, a Seano, titolare che prende il bastone e picchia i suoi operai durante uno sciopero, con tanto di indagini e manette. E oggi siamo punto a capo: Cobas furenti che gridano all’emergenza, “ancora violenza contro chi chiede solo quello che gli spetta”.
@rtl1025📍 Il sindacato Sudd Cobas ha postato un video sulla propria pagina Instagram per denunciare quello che è accaduto in una fabbrica di confezioni di moda a Montemurlo, in provincia di Prato. Qui gli operai sono stati presi a pugni durante un presidio con il quale cercavano di rivendicare i loro diritti. L’aggressione è avvenuta mentre all’esterno dei capannoni dello stabilimento era in corso la protesta di 18 operai per lo più di origine pakistana, afgana e bengalese. “Un lavoratore è rimasto a terra dopo essere stato colpito più volte. L’hanno dovuto portare via in ambulanza”, sottolineano i Sudd Cobas che individuano nella titolare e nelle persone a lei vicine le persone responsabili dell’aggressione 📹 video credit: Sudd Cobas via ig
E attenzione: qui non si parla di operai che cuciono magliette da due euro, eh. Parliamo di gente che stira e confeziona abiti che nei negozi ti costano quanto un loro stipendio mensile. Una roba parecchio assurda, diciamolo. Un grande marchio in vetrina e, sotto, la solita storia di appalti e subappalti dove aziende nascono e muoiono come i funghi, solo per fregare sulle regole e stare sempre un passo avanti ai controlli.
La storia dell’Alba Srl è un bignami di tutte queste porcherie. Fino a ieri i lavoratori risultavano assunti da società fantasma (tipo Forservice o prima ancora ReStiro), che gli appioppavano contratti balordi — cose che con la realtà avevano poco a che vedere — turni massacranti, straordinari gratis e una precarietà che farebbe impallidire chiunque. Poi dopo mesi di lotte, ecco il compromesso: finalmente vengono assunti “ufficialmente” da Alba Srl, contratto vero e CCNL applicato.
Finale felice? Eh… col cavolo. Appena arriva la primavera, la solita magia: spostano macchinari e commesse in un altro capannone targato Forservice, e tanti saluti alle promesse. Dodici ore di lavoro filate, caporali a gestire reclutamenti, alloggi che sembrano prigioni.
Adesso il sindacato dice basta e lancia un appello bello grosso, mica solo a chi lavora lì: “Basta coi diritti negati, basta aziende che cambiano nome come mutande e picchiano chi protesta. I grandi brand non possono mettersi paraocchi, quello che succede a Montemurlo li riguarda direttamente. Prato non può essere la città dove pestare un operaio in sciopero è la normalità. Mobilitazione, gente! Tocca muoversi, tutti quanti.”
C’è poco da aggiungere: se ti indigni, benvenuto nel club.



Add comment