Livorno è sempre una meta gradita. Tuttavia, il mio recarsi a Strasburgo è motivato da impegni professionali, tra cui la votazione sulla revoca dell’immunità parlamentare a Ilaria Salis, pluricondannata in Italia e indagata in Ungheria.
(ANSA) Martedì 7 ottobre il Parlamento europeo si esprimerà sulla richiesta di revoca dell’immunità parlamentare dell’eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Salis.
La vicenda ha assunto un forte rilievo politico e giunge in plenaria a Strasburgo dopo il parere contrario espresso lo scorso 23 settembre dalla commissione Affari giuridici del Parlamento europeo (Juri), che ha respinto la richiesta avanzata dalle autorità ungheresi per un solo voto di scarto (13 a 12).
Il Partito popolare europeo (Ppe) ha annunciato che voterà in maniera differente rispetto alla richiesta riguardante l’ungherese Peter Magyar, leader dell’opposizione a Viktor Orbán: “I due casi non sono comparabili – ha dichiarato il portavoce Daniel Koester -. La Salis ha commesso atti violenti prima del mandato, mentre il Magyar è nel pieno di una campagna elettorale nazionale”. Secondo il portavoce nazionale di Forza Italia, Raffaele Nevi, “ancora una volta la linea di Forza Italia diventa la linea del Partito popolare europeo”.
“Non si tratta di una vicenda politica, ma di fatti giudiziari che non possono e non devono essere strumentalizzati – ha aggiunto -. Noi siamo e saremo sempre garantisti, ma l’immunità parlamentare serve a tutelare i parlamentari nello svolgimento del loro mandato: non possiamo trasformarla in uno scudo per evitare processi su fatti avvenuti prima dell’elezione”. Va tuttavia precisato che il voto avverrà a scrutinio segreto e che il Ppe giunge all’appuntamento chiaramente diviso. In commissione Juri, ad esempio, sono risultati determinanti due voti del Ppe contrari alla revoca dell’immunità.
Al voto di martedì non è affatto scontato come si esprimeranno gli esponenti popolari di Paesi contrapposti al governo ungherese.
In quella data, inoltre, si voterà anche sulla revoca dell’immunità per Magyar, membro del Partito Popolare Europeo e leader di Tisza, principale partito ungherese. Le elezioni parlamentari in Ungheria si terranno ad aprile 2026. Il tempo a disposizione è quindi limitato e ogni azione assume un’importanza significativa. Salis, da parte sua, ha nuovamente denunciato la “volontà persecutoria del regime di Orbán”, avvertendo che la revoca “costituirebbe un atto di estrema gravità” e “un precedente pericoloso per l’indipendenza del Parlamento europeo”. Nel centrosinistra, il Partito Democratico e i Verdi europei si sono schierati a difesa della collega italiana, esortando Budapest al rispetto dello stato di diritto. Tuttavia, con il voto segreto e la maggioranza dell’Aula divisa, l’esito rimane incerto.


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