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Sfiducia al governo, tensione tra Salvini e il leader europeo che influenza Tajani: volano accuse e nervi tesi



La tensione politica in Europa si intensifica con il dibattito sulla mozione di sfiducia contro la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. In una nota ufficiale, la delegazione della Lega al Parlamento Europeo ha espresso il proprio disappunto nei confronti del capogruppo del PPE, Manfred Weber, definendo la sua difesa di von der Leyen come “poco credibile e fuori tempo massimo”. Secondo la Lega, Weber si sarebbe dimostrato un “dispensatore di fake news e offese”, accusandolo di aver tradito i valori del centrodestra per sostenere la sinistra in cambio di posizioni di potere.



La Lega ha aggiunto che invece di riconoscere le responsabilità della maggioranza, Weber ha scelto di attaccare i “Patrioti per l’Europa” e i leader dell’unica vera alternativa a quella che definiscono una “disastrosa maggioranza”. La nota prosegue affermando che le sue parole rivelano una “memoria corta e frustrazione”, descrivendo Weber come “quasi compassionevole”, poiché ha rifiutato di dialogare con chi ha consenso nei vari Stati membri. La Lega sottolinea che, mentre Weber ripropone formule già fallite in passato, la Lega di Matteo Salvini ha sempre messo al primo posto la competitività delle imprese europee, la protezione dell’agricoltura e la salvaguardia dei salari dei lavoratori.

Durante il dibattito a Strasburgo, Manfred Weber ha risposto alle critiche, definendo la mozione di sfiducia “ridicola” e un abuso di uno strumento importante per la democrazia. Ha dichiarato: “Uno strumento molto importante per un Parlamento e per la difesa democratica viene abusato da voi come semplice mezzo di propaganda”. Weber ha anche ironizzato sul fatto che le mozioni di censura arrivassero da entrambe le estremità dello spettro politico, suggerendo che le forze di estrema destra e di estrema sinistra potrebbero unirsi in un gruppo comune, proponendo il nome “Siamo contro a tutto”, evidenziando così la mancanza di proposte concrete da parte delle opposizioni.

In un passaggio successivo del suo intervento, Weber ha criticato i leader sovranisti, chiedendo dove fossero durante i negoziati tra Ue e Usa riguardo ai dazi. Ha affermato: “Avete criticato” l’accordo, ma durante le trattative, Viktor Orban, Alice Weidel, Marine Le Pen e Matteo Salvini erano assenti, mentre von der Leyen lottava per i diritti dei lavoratori, degli agricoltori e delle imprese europee. Weber ha proseguito dicendo che i leader sovranisti erano più interessati a questioni personali piuttosto che a rappresentare gli interessi dei loro cittadini.

Questo scambio di accuse si inserisce in un contesto di crescente frustrazione e divisione all’interno del Parlamento Europeo, dove le tensioni tra le diverse fazioni politiche sono palpabili. La Lega, da parte sua, continua a sostenere che l’attuale maggioranza non sta rispondendo adeguatamente alle sfide economiche e sociali che l’Europa deve affrontare.

La questione della mozione di sfiducia a Ursula von der Leyen ha anche sollevato interrogativi sull’efficacia della leadership della Commissione Europea e sulla direzione futura dell’Unione Europea. Mentre le opposizioni cercano di capitalizzare sull’insoddisfazione popolare, i leader del PPE come Weber insistono sulla necessità di stabilità e continuità nelle politiche europee.



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