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Nobel per la Pace, la reazione delirante di Bonelli e Fratoianni all’assegnazione a María Corina Machado



L’assegnazione del premio Nobel per la pace a María Corina Machado, attivista e leader dell’opposizione venezuelana, ha generato un acceso dibattito all’interno della sinistra italiana. Mentre alcuni, come la deputata del Partito Democratico Debora Serracchiani, hanno celebrato il riconoscimento, sottolineando come Machado “incarna da anni con forza la volontà di resistenza al regime e le aspirazioni di libertà di un popolo”, altri membri di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) hanno espresso forti riserve.



Il senatore Peppe De Cristofaro, pur dichiarandosi “distante dall’esperienza di governo di Maduro in Venezuela”, ha definito la scelta di premiare Machado una “scelta sbagliata” che riflette l’egemonia politica di Donald Trump e dei suoi sostenitori a livello globale. Secondo De Cristofaro, Machado è “un’esponente di destra, che partecipa alle convention dei partiti di estrema destra nel mondo” e ha chiesto l’intervento militare americano nel suo paese per rovesciare il governo attuale. Per questo motivo, ha affermato: “Avrei preferito un Nobel a Greta Thunberg, o a Francesca Albanese, non certo a Machado”.

Poche ore dopo le dichiarazioni di De Cristofaro, i leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, hanno diffuso una nota ufficiale in cui esprimono la loro posizione. Sebbene i toni siano stati misurati, il messaggio è chiaro: “Non ci convince affatto che il Nobel per la Pace sia stato dato a María Corina Machado”. Hanno aggiunto che la decisione “risponde più all’egemonia politica che la destra conservatrice e i suoi adepti nel mondo stanno cercando di rendere predominante”. Per Bonelli e Fratoianni, chi chiede l’intervento militare degli Stati Uniti nel proprio paese “evidentemente c’entra davvero poco con l’impegno per la Pace come il sostegno alle politiche di Netanyahu”.

In contrasto con le posizioni espresse da De Cristofaro, anche all’interno di Avs ci sono voci favorevoli a Machado. Fiorella Zabatta, esponente del partito, ha elogiato la nomina, definendola “una scelta che premia il coraggio e la tenacia di una donna che da anni si batte pacificamente per la libertà e la democrazia in Venezuela”. Tuttavia, il Movimento 5 Stelle non ha rilasciato commenti ufficiali sul premio a Machado, un silenzio che potrebbe riflettere le critiche ricevute in passato riguardo alla loro posizione su Nicolás Maduro.

In un’intervista al Tg2 Post, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha commentato il Nobel, affermando: “Sarà che io sono affezionato a premi Nobel accompagnati da tanto consenso, che rappresentavano tanta speranza, in ogni caso le scelte si accettano”. Le sue parole hanno messo in evidenza una certa ambivalenza rispetto al riconoscimento, suggerendo che il valore del premio potrebbe essere influenzato dal contesto politico attuale.

La posizione di Avs ha suscitato reazioni anche da parte di esponenti di altri partiti. Luigi Marattin, deputato e segretario del Partito Liberaldemocratico, ha criticato apertamente la posizione di Avs su X, scrivendo: “Non se ne perdono neanche uno, di regime o movimento dittatoriale, anti-liberale e anti-democratico. Gli piacciono proprio tutti, pure quello venezuelano”. Ha aggiunto di non comprendere come si possa costruire una proposta di governo con “personaggi del genere”, sottolineando la necessità di distaccarsi da tali ideologie.

La controversia attorno all’assegnazione del Nobel a María Corina Machado riflette le tensioni interne alla sinistra italiana, con diverse visioni su come affrontare la questione venezuelana e le implicazioni geopolitiche. Mentre alcuni vedono in Machado un simbolo di resistenza contro la dittatura di Maduro, altri mettono in discussione le sue posizioni politiche e le alleanze internazionali.



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