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La sinistra perde la testa dopo il comizio di Firenze: Meloni li travolge con parole di fuoco



«Ma quale campo largo? Quello è un Leoncavallo largo, un enorme centro sociale». La dichiarazione, conclusiva, è di Giorgia Meloni. L’ha pronunciata in piazza a Firenze durante il comizio del centrodestra a sostegno di Alessandro Tomasi, candidato alla presidenza della Regione Toscana. Nel mirino del Presidente del Consiglio vi è ovviamente la sinistra, quella che «non crede nell’Italia e negli italiani, che sognava per il nostro Paese un ruolo da ruota di scorta di Francia e Germania». Invece «l’Italia non fa la ruota di scorta di nessuno».



Quella che «dove darci la spallata prima nelle Marche e poi in Calabria, e invece la spallata l’ha presa secca. Perché – spiega Meloni – le elezioni nelle Marche non si vincono promettendo la pace a Gaza, ma lavorando per migliorare le cose come abbiamo fatto noi. Ma questa sinistra ormai è passata dal “gratuitamente” di Conte al “qualunquemente”».

Giorgia Meloni, nel corso del suo intervento a Firenze, ha sottolineato come la competizione elettorale in Toscana non possa essere considerata conclusa: «Il nostro movimento è nato per sovvertire le aspettative.

Inizialmente si diceva che non avremmo vinto le elezioni politiche, poi che non saremmo durati più di sei mesi, infine che saremmo stati irrilevanti. La realtà è che abbiamo dimostrato una capacità straordinaria di smentire le previsioni della sinistra».

La leader di Fratelli d’Italia ha poi criticato la coalizione avversaria, definendola «fondata sull’odio contro di noi. Sono uniti solo dal desiderio di mandarci a casa, ma ci dicano almeno cosa intendono fare una volta al governo. La verità è che non possono farlo perché sono divisi su tutto».

Tranne che «sulla politica dell’odio verso l’avversario. Quella che fa vendere i libri e riempie i teatri». Un meccanismo, tuttavia, che sembra essersi inceppato con la firma della pace in Medio Oriente.

Ed è qui che Meloni ha attaccato la sinistra più estrema: «Davvero qualcuno pensa che Hamas abbia firmato la pace perché Landini organizza gli scioperi, perché Greta Thunberg organizza la Flotilla o perché Elly Schlein insulta Liliana Segre? Quella di Gaza è la vittoria della diplomazia e dobbiamo ringraziare Donald Trump per il lavoro che ha svolto».

Tornando alla Toscana, Meloni ha spiegato che «il problema delle roccaforti è che a un certo punto chi governa smette di fornire risposte convincenti, convinto che per vincere basti gestire il potere, ma non è così, i cittadini non sono stupidi». Un monito che assume rilevanza anche nel centrodestra, alla luce delle tensioni registrate, soprattutto nella roccaforte Lombardia, tra gli alleati.



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