«Machado è una donna che ha sfidato con determinazione e senza arretrare il regime autoritario di Maduro». Con queste parole, il Partito Democratico si era inizialmente congratulato con María Corina Machado per il prestigioso riconoscimento ricevuto dal comitato di Oslo. Tuttavia, a poche ore dalla pubblicazione, il comunicato è scomparso dal sito ufficiale del Nazareno. Provando ad accedere al link ancora attivo, appare un messaggio di errore: «Pagina non trovata. Ops! La pagina che stai cercando non esiste o è stata eliminata».
Un gesto che solleva interrogativi e lascia trasparire una certa fragilità nella gestione delle posizioni ufficiali del partito, sempre più condizionato dalle dinamiche interne della coalizione di centrosinistra. La scelta di rimuovere il comunicato sembra infatti legata alla volontà di non urtare le sensibilità dei partner più radicali come il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra (Avs), sempre più influenti all’interno del cosiddetto “campo largo”.
Il Nobel per la pace attribuito all’oppositrice venezuelana ha suscitato più di un malumore all’interno della galassia progressista, soprattutto dopo le dichiarazioni di Machado, che ha ringraziato apertamente Donald Trump e gli Stati Uniti per il sostegno alla causa democratica in Venezuela. «Siamo alle soglie della vittoria e oggi più che mai contiamo sul presidente Trump, sul popolo degli Stati Uniti, sul popolo dell’America Latina e sulle nazioni democratiche del mondo», ha dichiarato Machado, in un passaggio che ha fatto storcere il naso a diversi esponenti della sinistra.
Avs non ha nascosto il proprio disappunto, arrivando a proporre alternative come Greta Thunberg o Francesca Albanese, quest’ultima già finita al centro delle polemiche per alcune dichiarazioni controverse su Israele. L’ex sottosegretaria De Cristoforo ha dichiarato: «Machado è un’esponente di destra che partecipa a eventi della destra internazionale e invoca l’intervento militare americano nel suo Paese. Per questo avrei preferito un Nobel a Greta Thunberg o a Francesca Albanese».
Anche Bonelli e Fratoianni hanno espresso perplessità, definendo la scelta del comitato di Oslo come «un segnale dell’egemonia che la destra conservatrice cerca di imporre a livello globale».
In questo clima, il Movimento 5 Stelle ha optato per il silenzio, mentre nel Pd si registra un ulteriore caso di tensione interna: la deputata Roberta Mori, che aveva pubblicamente elogiato Machado, è stata invitata al silenzio, secondo alcune indiscrezioni. Un episodio che sembra confermare le difficoltà di Elly Schlein nel tenere unito un partito attraversato da correnti e posizioni spesso inconciliabili.
La questione Machado rappresenta dunque solo l’ultima crepa in una struttura politica che fatica a trovare una linea coerente su temi internazionali, oscillando tra l’appoggio ai diritti democratici e la necessità di non rompere gli equilibri interni della coalizione. E ora che il tema della pace in Medio Oriente non sembra più in grado di sostenere la narrativa unificante della sinistra, anche i dettagli — come la rimozione di un comunicato — diventano segnali evidenti di un disagio politico più profondo.



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