Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, investigatori tedeschi avrebbero stabilito che un gruppo di ucraini avrebbe fatto esplodere il gasdotto Nord Stream nel Mar Baltico
Dopo aver identificato, con il massimo della fatica e nel totale isolamento istituzionale, il braccio dell’attentato al Nordstream, ora la procura tedesca punta il dito contro la mente del piano. «L’operazione portata a termine da un’unità militare d’élite ucraina è stata condotta sotto la guida diretta del generale Valeriy Zaluzhny» scrive il Wall Street Journal citando il «chiaro quadro» tracciato dagli investigatori decisi a perseguire fino in fondo tutti i responsabili dell’attacco terroristico alla maggiore infrastruttura energetica della Germania.
NON È LA PRIMA VOLTA che l’ex comandante supremo delle forze armate di Kiev, attualmente ambasciatore a Londra, viene collegato al gasdotto colato a picco sul fondale del Baltico il 26 settembre 2022. Nei mesi successivi all’attentato, con i primi indizi non ancora elevati a rango di solide prove, i media tedeschi avevano già fatto trapelare il nome di Zaluzhny evidenziando l’impossibilità materiale di ridurre il sabotaggio a un colpo di mano di “cani sciolti” dalla catena di comando e controllo dell’esercito ucraino.
L’obiettivo dell’attentato secondo la procura tedesca coincide esattamente con il sospetto all’epoca scartato a priori dai massimi rappresentanti istituzionali del fronte euro-atlantico, dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, fino all’ex segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.
Per i magistrati non c’è alcun dubbio: ad affondare il Nordstream sette mesi dopo l’invasione russa dell’Ucraina non è stata un’operazione false-flag ordita da Putin bensì un’azione militare organizzata da Kiev al fine di «ridurre le entrate petrolifere di Mosca e spezzare il legame economico tra la Germania e la Russia», sottolinea il Wsj.
OLTRE al coinvolgimento del più alto ufficiale in grado delle forze armate ucraine, eroe nazionale ultra-popolare nel suo paese, nel mirino dell’indagine aperta in Germania 36 mesi fa risultano altre sette persone: tre soldati inquadrati nei reparti regolari di Kiev e quattro esperti istruttori di sub.
Fra i destinatari del mandato di arresto internazionale spiccato dalla procura tedesca c’è il capo del commando, Serghii Kuznietsov, 49 anni, maggiore dell’esercito ucraino, da oltre una settimana in sciopero della fame contro la detenzione nel carcere italiano dove si trova rinchiuso dopo l’arresto ad agosto in un hotel di Rimini.
Entro la fine del mese i giudici dovranno decidere se estradarlo in Germania; finora non è stato possibile per via di un vizio di forma nella procedura avviata dal Tribunale di Bologna, mentre all’orizzonte si profila il rischio che la consegna possa slittare ulteriormente qualora le sue condizioni fisiche a breve dovessero richiedere il ricovero urgente in ospedale.
FINORA gli investigatori tedeschi non hanno potuto trascinare alla sbarra nessuno tra gli accusati. Il numero due del gruppo di gruppo che ha fatto brillare il Nordstream, Volodymyr Zhuravlov – anche lui militare ucraino, arrestato a Varsavia – tre settimane fa è stato rilasciato dal procuratore polacco dopo il rigetto del mandato di arresto internazionale «riportante informazioni troppo generiche».
Decisione in teoria strettamente tecnica, eppure viene presa in parallelo e di concerto con la sfera della politica. La copertura all’incredibile rifiuto di consegnare alla procura tedesca un ricercato per un atto di terrorismo cala direttamente dal premier polacco Donald Tusk secondo cui l’estradizione in Germania «non è nell’interesse della Polonia».
Fa il paio con il «Grazie Usa!» twittato dall’ex ministro degli esteri polacco Radoslaw Sikorski sotto alla fotografia delle esplosioni del Nordstream poche ore dopo l’attentato. Contrariamente a Varsavia, il governo Merz continua a trincerarsi nel silenzio spacciato per rispettosa non-ingerenza sul potere giudiziario. sebbene l’inchiesta diventi ogni giorno più urticante per Berlino.
SE IL CERVELLO del sabotaggio del Nordestream davvero corrisponde all’uomo simbolo della difesa dell’Ucraina, allora la Germania si trova con le spalle al muro di fronte all’inquietante paradosso di avere finanziato con miliardi di euro e rifornito di armi negli ultimi tre anni l’unico stato che la ha aggredita manu militari.
LA SPETTACOLARE VALANGA D’INSULTI AI SERVI DEL TG DI MENTANA SU FACEBOOK
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