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Scena scioccante dopo l’arrivo: maratoneta sorpresa dall’allenatore, si scusa solo lei



La maratona disputata a Incheon, in Corea del Sud, sarebbe potuta passare come una gara qualunque, se non fosse per le polemiche nate dopo l’arrivo. Una delle protagoniste, infatti, si è trovata a fronteggiare il comportamento inatteso del suo allenatore, giudicato da molti inappropriato. Ma cosa è accaduto esattamente e perché l’episodio ha fatto tanto discutere nel mondo dell’atletica?



Lee Su-min sorpresa dal coach: una scena che lascia il segno

Dopo aver tagliato il traguardo stremata, Lee Su-min è stata raggiunta dal suo allenatore, Kim Wan-gi, che ha cercato di avvolgerla con un asciugamano abbracciandola con decisione. L’atleta ha però reagito infastidita, cercando più volte di liberarsi dalla presa. La 27enne, vincitrice della divisione nazionale femminile con un tempo di 2 ore, 34 minuti e 41 secondi, ha protestato apertamente per l’accaduto, pur precisando che non si era trattato di molestie sessuali.

“Ho provato dolore fisico”

Lee Su-min ha spiegato di aver sentito dolore fisico durante quel contatto improvviso e di non aver ricevuto alcuna scusa dal suo allenatore. Il tecnico, 57 anni, ha affermato di aver agito secondo una pratica abituale per prevenire l’ipotermia negli atleti appena arrivati al traguardo.

Sui social l’atleta ha raccontato il suo disagio:
“La questione non è l’intento sessuale, ma il dolore intenso che ho provato a causa di un contatto improvviso e violento subito dopo la gara”.
Ha inoltre aggiunto di aver avuto difficoltà a respirare:
“Ho avvertito una forte tensione al fianco, un dolore acuto al petto e al plesso solare. Nonostante cercassi di resistere, la pressione sul braccio mi impediva di liberarmi”.

Il paradosso delle scuse

A colpirla negativamente è stato anche l’atteggiamento del suo coach dopo l’incidente:
“È stato scioccante sentirlo dire pubblicamente di non aver fatto nulla di sbagliato, senza aver prima parlato con me. Da una persona che dovrebbe proteggere gli atleti, è stato angosciante”.

Alla fine, è stata lei a scusarsi:
“Mi dispiace che un evento che avrebbe dovuto essere festoso sia stato rovinato da questo episodio. Chiedo scusa a chi mi sostiene per la scena imbarazzante”.

Dal canto suo, l’allenatore ha ribadito la sua versione:
“È stato un malinteso: il suo plesso solare ha urtato il mio braccio. Nelle maratone gli atleti spesso crollano all’arrivo e dobbiamo sostenerli per evitare che si facciano male. Da fuori può sembrare inappropriato, ma succede di continuo”.



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