La Corte dei Conti ha ufficialmente respinto il progetto del Ponte sullo Stretto, negando il visto di legittimità alla delibera del Cipess del 6 agosto scorso. La decisione, comunicata il 29 ottobre, si basa su diverse motivazioni, tra cui la violazione di normative europee riguardanti la conservazione degli habitat naturali e le procedure di appalto. Con la pubblicazione delle motivazioni, il governo italiano si trova ora a dover decidere come procedere.
La Sezione centrale di controllo di legittimità della Corte ha depositato la deliberazione n. 19/2025/prev, chiarendo che il progetto del Ponte non rispetta due direttive europee fondamentali. La prima riguarda la “direttiva 92/43/CE” sulla conservazione degli habitat naturali, a causa di una carenza di istruttoria e di motivazione nella delibera Iropi. La seconda è l’articolo 72 della “direttiva 2014/24/UE”, che regola gli appalti pubblici, evidenziando modifiche sostanziali nel contratto originale.
I giudici hanno sottolineato che l’iter procedurale seguito non è stato coerente con la ripartizione delle competenze tra indirizzo politico e attività amministrativa. Inoltre, è stata segnalata un’altra irregolarità: la mancata acquisizione del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti riguardo al piano tariffario, essenziale per il piano economico e finanziario, violando così gli articoli 43 e 37 del decreto-legge n. 201 del 2011.
Il governo ha finora mantenuto una posizione di attesa, dichiarando di voler esaminare le motivazioni dei giudici per decidere il da farsi. Le opzioni contemplate includono la possibilità di proseguire nonostante il diniego, ricorrendo alla registrazione con riserva, oppure sanare le irregolarità e presentare una nuova delibera. Tuttavia, entrambe le strade si preannunciano problematiche, soprattutto dopo il rifiuto di legittimità al III atto aggiuntivo della convenzione tra il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (Mit) e la società Stretto di Messina.
In risposta alle motivazioni della Corte, il Ministero dei Trasporti ha dichiarato di essere già al lavoro per affrontare le criticità emerse. “Tecnici e giuristi sono già al lavoro per superare tutti i rilievi e dare finalmente all’Italia un Ponte unico al mondo per sicurezza, sostenibilità, modernità e utilità”, si legge in una nota ufficiale. Il ministero ha confermato la sua intenzione di continuare l’iter per la realizzazione del collegamento tra Calabria e Sicilia, sottolineando la collaborazione con la Commissione europea.
Da Palazzo Chigi, è stato comunicato che le motivazioni della Corte saranno esaminate attentamente dal governo e dalle amministrazioni coinvolte. Il governo ritiene che ci siano ampi margini di chiarimento e che il confronto con la Corte possa risultare costruttivo, mirando a garantire un’infrastruttura strategica attesa da decenni.
Angelo Bonelli, leader di Avs, ha commentato la decisione della Corte, affermando che le motivazioni evidenziano “la totale illegittimità della procedura seguita per approvare il progetto”. Bonelli ha denunciato uno scandalo che ha comportato l’uso di 14 miliardi di euro, che avrebbero potuto essere destinati a priorità più urgenti per il Paese. Ha chiesto le dimissioni del ministro Matteo Salvini e dell’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, accusandoli di aver violato le leggi italiane ed europee in materia ambientale e di concorrenza.
Inoltre, Bonelli ha annunciato di aver presentato un esposto alla Corte dei Conti europea, sostenendo che Salvini e il CDA della Stretto di Messina dovranno spiegare l’uso dei finanziamenti del Fondo di Sviluppo e Coesione e dei fondi europei. “Hanno ingannato gli italiani e, se non ci fossimo stati noi con i nostri esposti a denunciare irregolarità e forzature, oggi avremmo vissuto un altro scenario. Questa è una vittoria della democrazia e dei cittadini”, ha concluso.
Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina Spa, ha dichiarato di essere fiducioso nella possibilità di identificare le azioni necessarie in risposta alle motivazioni della Corte. Ha sottolineato l’impegno per riavviare la realizzazione del Ponte secondo le modalità stabilite dalla legge speciale approvata dal Parlamento, che ha definito l’opera come strategica e di preminente interesse nazionale. Ciucci ha anche richiesto chiarimenti sulle motivazioni relative al rifiuto del visto al decreto interministeriale n. 190/2025, che riguardano il III atto aggiuntivo alla convenzione.



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