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Governo diviso sulle armi all’Ucraina: Meloni contro il no di Salvini, scommette su un accordo di pace a breve



Il decreto che autorizza le spedizioni militari a favore dell’Ucraina non sarà discusso nel Consiglio dei ministri di domani, come precedentemente previsto. Il testo del decreto non sarà presentato, nonostante fosse incluso nelle bozze del pre-consiglio. La norma, votata annualmente dal Parlamento e che fornisce l’autorizzazione per i pacchetti di armi e finanziamenti, è stata rimossa su richiesta della Lega.



Secondo fonti del Carroccio, Matteo Salvini non ha contattato direttamente la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ma ha incaricato i suoi collaboratori di fornire spiegazioni per il rinvio.  Salvini ha dichiarato che è in corso una trattativa significativa e che vi sono segnali promettenti per la pace, pertanto si attende l’esito prima di procedere.

Salvini ripone fiducia in Donald Trump e nel piano di pace discusso dall’inviato speciale Steve Witkoff e dal genero del Presidente, Jared Kushner, direttamente con il Cremlino.  Egli ritiene che vi siano concrete possibilità di porre fine al conflitto in Ucraina.

Sebbene non si possa parlare di scontro all’interno del governo, è stata concessa una deroga a Salvini. Un ministro, che ha preferito mantenere l’anonimato, ha definito la situazione come un “altro gioco di prestigio”, affermando che il governo continuerà a sostenere l’Ucraina evitando, per quanto possibile, di discutere di armamenti.

La Presidente Meloni, in accordo con l’altro Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, intende evitare di fornire ulteriori occasioni a Salvini per evidenziare pubblicamente le distanze tra i due, soprattutto alla luce dell’inchiesta sulla corruzione che ha coinvolto gli uomini del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, inchiesta che Salvini sta sfruttando mediaticamente per criticare la decisione di sostenere Kiev.

Il decreto che proroga per l’intero anno 2026 l’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina scadrà il 31 dicembre.  Pertanto, si dispone ancora di tempo per presentarlo in un altro Consiglio dei Ministri, eventualmente durante il periodo natalizio, come avvenuto lo scorso anno, approfittando della minore attenzione del pubblico, impegnato con le festività.  Il Ministro Salvini auspica che un’evoluzione nel negoziato tra il Presidente Trump, il Presidente Putin e il Presidente Volodymyr Zelensky possa rendere superflua la proroga degli aiuti, e attende tale momento per rivendicare la linea politica adottata in questi mesi.

La Lega comunica che, qualora non si registrassero progressi significativi sul fronte diplomatico, la guerra proseguirà e il testo verrà presentato all’Aula. In tal caso, il Ministro Salvini non si discosterà dalla posizione della maggioranza e ne sosterrà l’approvazione, nonostante le pressioni interne di alcuni esponenti, come il Senatore Claudio Borghi, che da tempo sollecitano la revoca del decreto e invitano il leader a astenersi.

Non è da escludere che, nei medesimi giorni di Natale, il governo possa anche sciogliere la riserva in merito al Programma di Acquisto di Risorse per la Difesa (Purl), il meccanismo che prevede l’acquisto, su base volontaria, di armamenti americani da parte dei membri della NATO.

A margine del G20 in Sudafrica, la Presidente del Consiglio Meloni ha precisato di voler dedicare tutto il tempo necessario alla valutazione della questione, specificando che «non esiste alcuna scadenza» che imponga una rapida decisione. È verosimile che Palazzo Chigi attenderà l’approvazione definitiva del Parlamento alla manovra di Bilancio.



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