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Niente più gas russo: l’Europa traballa! Orban infuriato ricorre alla giustizia contro la decisione



A partire dal 2026, l’Unione Europea interromperà le importazioni di petrolio e gas dalla Russia. L’annuncio ufficiale di Bruxelles introduce una nuova e delicata questione interna, con l’Ungheria, guidata da Viktor Orban, che si appresta a ricorrere alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Budapest respinge il piano dell’Unione, affermando: “Ci riferiamo al gas naturale e al petrolio greggio russi, le cui forniture Bruxelles intende vietare all’Europa. Non appena si terrà il voto finale su questa decisione a Bruxelles, la contesteremo immediatamente dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione Europea”, ha dichiarato il Ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjartó.



“Inizieremo immediatamente un procedimento legale. Abbiamo già avviato il necessario lavoro giuridico, che è in corso”, ha comunicato Szijjartó ai giornalisti. Il Ministro ha inoltre definito il piano dell’Ue una “dittatura di Bruxelles” e una “frode”.

“Oggi è una giornata storica per l’Unione Europea – aveva dichiarato poco prima la Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, in merito all’accordo raggiunto tra il Consiglio dell’Unione Europea e il Parlamento Europeo sul regolamento per l’eliminazione graduale delle importazioni di gas naturale russo. Molti ritenevano che ciò non fosse possibile, eppure oggi è stato realizzato. Ho sempre avuto la certezza che avremmo potuto farcela, ora siamo pronti ad avviare collaborazioni con nuovi partner affidabili. Questo è solo l’inizio di un vero successo europeo”, ha affermato.

L’Unione Europea si avvia verso una completa indipendenza energetica dalla Russia, segnando un momento storico per il continente. È stato raggiunto un accordo per vietare le importazioni di gas russo nell’UE. Questa decisione mina significativamente la capacità della Russia di finanziare il conflitto e contribuisce a rafforzare la sicurezza energetica a lungo termine dell’Europa, come dichiarato dalla Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, sulla piattaforma X.

In risposta, il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha affermato ai giornalisti che tale decisione comporterà per l’Europa una dipendenza da fonti di gas più costose, a volte notevolmente più onerose rispetto al gas russo.  Peskov ha inoltre sottolineato che l’Europa si condanna così a fonti energetiche significativamente più costose, con conseguenti inevitabili ripercussioni sull’economia europea e una riduzione della sua competitività.



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