Achille Costacurta, figlio di Martina Colombari e Billy Costacurta, ha recentemente condiviso la sua storia di lotta contro la dipendenza da sostanze stupefacenti e i traumi che ha affrontato nel corso della sua vita. Il giovane, oggi ventunenne, ha vissuto esperienze estremamente difficili, segnate da sette trattamenti sanitari obbligatori e un tentativo di suicidio. Tuttavia, dopo un lungo periodo di sofferenza, si sente pronto a guardare al futuro, con l’ambizione di trasferirsi in Australia per lavorare nei campi e frequentare l’università. Sogna anche di aprire un centro per disabili, un progetto che riflette il suo desiderio di contribuire positivamente alla società.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Achille ha parlato delle sue esperienze buie, che ha affrontato sin da giovane. Nonostante la sua giovane età, ha vissuto momenti che lo hanno segnato profondamente. “Hanno conquistato la mia fiducia e hanno diagnosticato il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, l’Adhd di cui soffro”, ha spiegato, riferendosi agli psichiatri che lo hanno aiutato in Svizzera. Achille ha ricordato di essere già stato in quella struttura per affrontare un trattamento, ma si trovava in uno stato di depressione e non era ancora pronto a liberarsi dalle sostanze.
Non si pente delle sue esperienze, anzi, considera che sia stata una fortuna averle vissute a vent’anni. Ha iniziato a utilizzare sostanze già durante il primo anno di liceo, quando “fumavo hashish tutti i giorni”. Questa introduzione precoce alle droghe ha avuto un impatto devastante sulla sua vita, portandolo a situazioni estreme.
La pressione di essere il figlio di due celebrità ha complicato ulteriormente la sua adolescenza. “Da piccolo poteva essere stimolante, col tempo è diventato pesante”, ha detto Achille, aggiungendo che molti ragazzi si avvicinavano a lui solo per il suo status familiare. Ha anche espresso gratitudine per non aver intrapreso una carriera nel calcio, affermando che “altrimenti il paragone sarebbe stato ancora più schiacciante”.
Il suo percorso di recupero è stato lungo e difficile. Ha affrontato sette trattamenti sanitari obbligatori e ha vissuto in comunità per lungo tempo. “Non ricordo più quante volte sono finito in comunità, quanti tentativi di scappare”, ha dichiarato, rivelando la sua lotta interiore. In un momento di disperazione, ha persino tentato il suicidio, assumendo sette boccette di metadone: “Non so come non sia morto. Volevo farla finita, era un gesto disperato: l’unico modo per far capire che volevo uscire dalla comunità a Parma. Di questo mi pento”.
Nonostante le difficoltà, i suoi genitori lo hanno sempre sostenuto. Martina Colombari e Billy Costacurta hanno affrontato insieme a lui questo difficile cammino. Quando gli è stato chiesto se avesse mai visto i suoi genitori piangere, Achille ha risposto: “Papà una o due volte, lui sa contenersi”, mentre sua madre ha mostrato più vulnerabilità. “Non sarebbe andata a Ballando fino a qualche tempo fa, papà le ha suggerito di farlo, di non pensare solo a me”.
Ora, Achille Costacurta guarda al futuro con speranza. Il suo sogno di lavorare in Australia e aprire un centro per disabili rappresenta un nuovo inizio, un modo per trasformare le sue esperienze dolorose in un’opportunità per aiutare gli altri. La sua storia è un potente promemoria della resilienza umana e della possibilità di rinascita anche dopo le tempeste più oscure.



Add comment