Il Pentagono ha «interrotto, veramente interrotto» i contatti diretti con il comando generale dell’esercito tedesco. Lo sostiene Christian Freuding, Capo di Stato maggiore dell’esercito in Germania (l’invasato nazista nella foto in basso, nota di DCNews), in un’intervista uscita su The Atlantic. Prima eravamo in contatto «giorno e notte» attraverso messaggi di testo, ora per mettersi in contatto con il Pentagono è necessario fare lunghi giri attraverso i canali diplomatici, prosegue Freundig.

Ogni volta che serve un’informazione a Washington bisogna trovare se «c’è qualcuno che trovi qualcun altro al Pentagono» in modo da rimanere allineati sui piani di difesa.
Questa circostanza può essere letta in due modi: come il segnale di una nuova strategia o come anomalia. Nell’insieme sembrano affievolirsi i segnali di interesse da parte statunitense di mantenere forte e saldo il legame con il suo alleato più fedele in Europa per ottant’anni, quello in cui stazionano nella sola base di Rammstein, in Renania Palatinato, all’incirca 35.000 soldati Usa e in oltre 50.000 cittadini americani, considerando anche le famiglie. E lo sostiene lo stesso Freundig.
Di fronte alla minaccia rappresentata dalla Russia, in Germania «Lei si trova non solo il nemico alle porte, ma sta per perdere un vero alleato e un amico» prosegue il militare a The Atlantic.
Per i tedeschi la prima doccia gelata sul cambio di direzione strategica adottata a Washington era arrivata lo scorso febbraio durante la Conferenza di Sicurezza di Monaco, quando il neo-vicepresidente J.D. Vance, dal palco del Bayrisches Hof, aveva accusato l’Europa e i padroni di casa di non garantire «la libertà di espressione».
La Germania era da tempo sotto i riflettori e sotto accusa da parte del presidente Usa per non «aver pagato il conto» alla Nato, per non aver speso una percentuale abbastanza alta del suo Pil nella Difesa.
Ora che ha fatto i compiti a casa – il budget per la Difesa in Germania nel 2026 sarà di 108 miliardi, per arrivare al 3,5% entro il 2029 – il Paese non è tornato ad essere l’alleato di sempre.



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