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Genova, operai in rivolta contro la polizia: la CGIL lo aveva provocatoriamente anticipato



La situazione davanti alla prefettura di Genova si è fatta estremamente tesa in seguito all’arrivo del corteo di protesta degli operai dell’ex Ilva.  Un mezzo meccanico utilizzato dai metalmeccanici ha infranto gli alari della polizia a protezione del palazzo del governo poco prima delle 11:30. Durante il concitato scontro tra manifestanti e forze dell’ordine, un iscritto alla Fiom ha riportato una ferita alla testa.



L’operaio ferito presenta una lesione cranica, probabilmente causata dal lancio di un fumogeno. I manifestanti hanno intonato cori di protesta contro il Ministro delle Imprese, Adolfo Urso, con slogan quali “Urso sei un codardo” e “Urso vaff***o”.

Alla vigilia del corteo, lo storico sindacalista Fiom, Franco Grondona, aveva rivelato la strategia pianificata dalle tute blu: “Credo che marceremo verso la prefettura. Se necessario, ci confronteremo con le forze di polizia. Non abbiamo timore, in questo modo la nostra vicenda finirà sulle pagine dei giornali e il governo sarà costretto ad affrontare la questione della violenza subita dagli operai che lottano per la difesa della fabbrica”.  Questa strategia è stata studiata e attuata con precisione. (VIDEO)

Il collega Armando Palombo, anch’egli appartenente alla Fiom, ha rivolto un appello ai rappresentanti delle forze dell’ordine, esortandoli all’arresto di tutti i presenti, utilizzando un megafono in strada.  Ha inoltre affermato: “Noi desideriamo unicamente lavorare”, mentre si levava un coro di slogan “lavoro, lavoro” e di insulti rivolti al Ministro Urso. Il primo commento proveniente dal mondo politico è stato espresso da Rifondazione Comunista. Jacopo Ricciardi, Segretario Regionale Ligure, e Gianni Ferretti, Segretario genovese di Rifondazione, hanno dichiarato: “Gli eventi verificatisi recentemente a Genova costituiscono una vergogna. Un corteo pacifico, che manifestava la propria richiesta di lavoro, è stato oggetto di lancio di lacrimogeni. Questa rappresenta la risposta fornita dal Governo Meloni”.  Hanno inoltre affermato: “Siamo e saremo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Ilva, condividendone la scelta di adottare forme di lotta radicali.  Ribadiamo questa posizione dal 2012: l’unica soluzione in grado di conciliare il diritto alla salute con il diritto al lavoro è l’Intervento diretto dello Stato, la nazionalizzazione di Acciarie d’Italia, la riconversione ecologica e la bonifica dei siti. Il governo non può sottrarsi alle proprie responsabilità”.



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