La straordinaria lezione di Annamaria Bernardini De Pace dimostra, ancora una volta, la sua superiorità intellettuale e la sua determinazione, mettendo in ombra la sua compagna femminista di turno. “Forse non è a conoscenza della normativa vigente. Attualmente, uomini e donne godono degli stessi diritti e sono considerati giuridicamente identici.”</p
Meravigliosa ANNAMARIA BERNARDINI DE PACE che ancora una volta sovrasta la sua interlocutrice con intelligenza e fermezza.
“Forse non conosce la legge Oggi maschi e femmine hanno gli stessi diritti, sono identici” @annamariabdp#Realpolitik pic.twitter.com/vsuyYi86YJ— Virna (@Virna25marzo) December 4, 2025
Il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha espresso la propria soddisfazione per l’approvazione del disegno di legge sul consenso informato da parte della Camera dei Deputati. Il Ministro auspica che l’iter legislativo al Senato possa concludersi rapidamente, al fine di poter dedicare l’attenzione necessaria ad altri temi di rilevanza nazionale. Le opposizioni, tuttavia, hanno annunciato una nuova battaglia parlamentare, contestando il disegno di legge e definendolo un “passo indietro”, come affermato dalla Segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein.
Il Ministro Valditara ha respinto con fermezza tali accuse, sottolineando che i nuovi programmi scolastici e le Linee guida sull’educazione civica, richiamati espressamente dal disegno di legge sul consenso informato, introducono nelle scuole l’educazione al rispetto, alle relazioni interpersonali e all’empatia. Il Ministro ha inoltre evidenziato come tali iniziative non siano state attuate dai precedenti governi di centrosinistra. Infine, ha annunciato la prossima pubblicazione delle indicazioni nazionali, che consentiranno a chiunque di verificare la veridicità delle affermazioni.
Il Ministro dell’Istruzione sostiene che, grazie alle nuove Linee guida sull’educazione civica, già da settembre 2024 sono state avviate lezioni volte a promuovere il contrasto alla violenza di genere, il rispetto verso le donne e la costruzione di relazioni corrette e positive. Tali iniziative, secondo il Ministro, sono fondamentali per contrastare violenze, discriminazioni e femminicidi.
Il Ministro sottolinea l’importanza di ridare significato ai “no”, ai confini che delimitano la sfera altrui, al consenso e alla valorizzazione di ogni persona, considerandoli principi cardine per una società che rifiuti la logica del maschilismo, della sopraffazione, della prepotenza e della discriminazione. Al contrario, l’educazione sessuale proposta dalle opposizioni viene giudicata non solo inutile, ma anche pericolosa. Il Ministro afferma che non è trattando le teorie sulla fluidità di genere che si combatte la violenza sulle donne, bensì attraverso l’educazione al rispetto.
In risposta alle accuse di aver fatto marcia indietro introducendo l’educazione sessuale anche nelle scuole medie con il consenso informato dei genitori, il Ministro nega con fermezza. Ribadisce che il testo del Governo è quello approvato in Consiglio dei Ministri e che il successivo dibattito parlamentare non ha modificato il contenuto originario. Il testo uscito dall’Aula, infatti, è quello che il Ministro ha presentato in Consiglio dei Ministri e che in tale sede è stato approvato.
Gli alunni della scuola primaria rimarranno esclusi dall’educazione sessuale. Le opposizioni considerano questo un vuoto significativo, mentre il Ministro rivendica la scelta, affermando che gli alunni della scuola primaria sono troppo giovani per affrontare tematiche così complesse. Il Ministro propone di consentire loro di crescere serenamente, fornendo loro conoscenze sulla sessualità biologica, sull’educazione al rispetto e alle relazioni, e sul contrasto alla violenza di genere, evitando, tuttavia, di introdurre tematiche sulla pluralità dei generi (oltre a quello maschile e femminile) a quell’età. Tali tematiche, secondo il Ministro, saranno affrontate alle scuole medie e superiori, con il consenso dei genitori.
Il Ministro dell’Istruzione ha affermato che, in ambito educativo, il ruolo dei genitori prevale su quello delle istituzioni scolastiche. Egli ha sottolineato che la Costituzione attribuisce alle famiglie la responsabilità primaria dell’educazione dei propri figli.
Al contrario, non è compito degli insegnanti o di altro personale non adeguatamente selezionato occuparsi di tali questioni. Il Ministro ha inoltre ribadito che i temi relativi all’identità di genere non devono essere oggetto di propaganda o indottrinamento.
I corsi su argomenti così delicati, come quelli inerenti all’identità di genere, devono essere tenuti esclusivamente da esperti la cui serietà scientifica sia garantita dalla scuola.



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